porto

Adesso si può affermare, senza tema di smentita, che siamo in campagna elettorale. Sono iniziati gli appuntamenti tra i noti politicanti per discutere dei soliti accordicchi di bassa levatura, che niente hanno a che fare con il costruttivo confronto politico sulle emergenze della città.
“Tutto è passato e il passato se lo tiene”. D’incanto sono spariti i disaccordi e le visioni differenti per lasciare spazio al forte rumore delle pacche sulla spalla, necessarie, poi, alla meccanica spartizione delle cariche, degli incarichi e delle posizioni di potere.
Nessuna seria riflessione sulle cause di questa ennesima sconfitta della politica brindisina, sul perché si sia arrivati ancora una volta al commissariamento del comune.
Perché poi perdere tempo? E a chi interessa? Non certamente ai cittadini, loro devono solo prepararsi per votare. E chi votare ? Naturalmente sempre gli stessi personaggi, gli stessi responsabili (o i ” chi per loro” ufficiali e ufficiosi ) che in tutti questi anni non sono stati in grado di affrontare e risolvere le devastanti contraddizioni e difficoltà di questa nostra città . Bisogna onestamente ammettere che un obiettivo l’hanno raggiunto, forse l’unico: l’enorme sacca di effetti dolorosi sulla nostra vita e sul portafoglio dei cittadini.
Con imbarazzo, per la loro spregiudicatezza, si ritorna ad ascoltare la solita musichetta pre-elettorale che parla di: tassazione di rifiuti esagerata, (di cui sono responsabili la gran parte di loro , avendo approvato aumenti di costi e tariffe), di centro storico,di quartieri, di viabilità, di parcheggi , di ambiente, di costa, di porto e aeroporto, di disoccupazione,di tributi, di servizi sociali,di degrado, di zona a traffico limitato, di povertà diffusa e di tutte le tante piaghe di questa città.



Naturalmente se ne parla con grande leggerezza solo per farne l’elenco, stando minuziosamente attenti a non dimenticarne qualcuno perché, sennò, come si fa a trasmettere la sensazione di conoscere questi problemi e di essere in grado di saperli padroneggiare? Il come fare, in quanto tempo e con quali risorse risolverli nessuno lo dice, perché altrimenti dovrebbero ammettere la responsabilità di aver portato il comune in condizioni strutturalmente deficitarie, sull’orlo del dissesto finanziario per aver creato enormi debiti, perché da anni costretto a fare continuamente ricorso a prestiti bancari per poter far fronte a quelli che sono i normali e fisiologici impegni economici del comune di una città.
Stiamo assistendo alla fedele riproposizione dello stesso percorso virtuale, persuasivo, accattivante che ci ha traghettato da un consiglio comunale all’altro, da una giunta all’altra, da un commissario all’altro, da una visione della città all’altra, impantanandoci nell’ attuale città che non c’è.
In pratica le solite facce ripropongono se stesse e ripropongono gli stessi propositi ed impegni di sempre rimasti in gran parte ad ammuffire nelle carte, come ciascuno può agevolmente verificare.
La solita ricetta demagogica funzionale solo a stupire, ad acquisire consenso piuttosto che a pensare sul serio a risolvere i problemi di questa città .
La politica a Brindisi, sempre se può definirsi tale quella praticata in città, non ce la fa a cambiare passo negli uomini e nel modo di amministrare; non riesce ad aprirsi alla città, a liberarsi della sindrome del conclave con il risultato che si decide da soli, insieme a pochi intimi, cosa fare e cosa è meglio non fare per se stessi .
Ma non riesce nemmeno a liberarsi dalle incrostazioni del pressapochismo, della superficialità e della banalità .
Non credo che quanto fatto in questi anni possa rappresentare il tanto declamato modo nuovo di amministrare di cui tutti si sono continuamente vantati.
E che non si sforzino ad ostentare il numero di celebrazioni, di convegni, di sagre, di rassegne, di passerelle, di conferenze stampa fatte. Non è in quel modo che si fa politica, perché in questo modo non si risolvono i problemi, come effettivamente non sono stati risolti.
Quella che manca in questa città è la politica che riesce a motivare la dignità della propria funzione. Una politica che si impegna ad analizzare la realtà brindisina, che riesce ad agire con efficacia e tempestività dentro quella realtà e dentro i suoi conflitti, che riesce a costruire un futuro di sviluppo e di benessere per questa città.
Per questo è necessario un approccio culturale, che implica un maggiore e diretto coinvolgimento dei cittadini, non solo nel momento della decisione del politico da votare , ma in quello della proposta e della decisione sulle cose da fare. Un coinvolgimento a 360 gradi.
I cittadini devono essere protagonisti, perché sono loro che loro vivono sulla propria pelle gli scottanti disagi e le innumerevoli mancanze di questa città.
Ma adesso per loro è tempo di agire, è necessario darla a bere a tutti, cercando di far dimenticare quanto è stato fatto, anzi, quanto da loro non è stato fatto, nel tentativo di riprendersi per mano una città, che hanno condotto, giunta dopo giunta, sull’orlo del disastro.
Ma bisogna fare in fretta, per evitare che i cittadini possano riflettere sulla vicenda, sulle responsabilità, sulla loro inadeguatezza, sulle tante chiacchiere raccontate, sull’esercizio costantemente provvisorio dell’interesse pubblico, tenuto in scacco dai tanti dissidi creati in nome della conquista di ogni poltrona disponibile; perchè potrebbero convincersi che il commissario potrebbe essere il male minore, avvertirlo addirittura come una liberazione, una benedizione L’occasione giusta per voltare definitivamente pagina con il passato e con gli uomini del passato.
Finalmente!

FRANCESCA DONNICOLA
VINCENZO ALBANO
ART.1 MDP

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