L’ E.N.A.C. al Governo: “Dare alla cultura una speranza di rinascita”

Si terra a Roma, mercoledì 18 novembre, organizzata da ENAC – Ente Nazionale Attività Culturali – ed altre sigle, una manifestazione in tutela del mondo della cultura, dell’arte e del sociale.

Cosa chiediamo al governo?

Di ascoltare ed esaminare le nostre proposte in quanto indispensabili per salvare un mondo in difficoltà. Il mondo della cultura di base, il ritrovo dell’associazionismo militante, il luogo della socializzazione fuori dalla logica consumistica.

 Le nostre proposte

  1. Fondo speciale per le “Piccole Realtà Associative” – PRA. Al fine disalvare dalla chiusura migliaia di piccoli circoli culturali chiediamo l’istituzione di un Fondo speciale da destinare esclusivamente alle piccole realtà associative. Molte associazioni non hanno neppure la partita iva aperta in quanto svolgono solamente attività istituzionali. Visto che il problema principale di queste associazioni è legato al mantenimento della sede, che spesso avviene tramite collette dei soci, donazioni o eventi straordinari, è in questa direzione che occorre intervenire. Il fondo “PRA” potrà essere utilizzato dalle associazioni per far fronte alle spese di mantenimento del canone di affitto della sede sociale. Tale contributo non dovrà essere erogato tramite credito d’imposta, in quanto le piccole associazioni non avendo la parte commerciale non possono utilizzare tale misura, ma dovranno essere erogate in modo diretto, alla stessa associazione oppure ai proprietari delle sedi. In questo modo le associazioni riceveranno un’ancora di salvataggio nei periodi di chiusura forzata e, al contempo, i membri del consiglio direttivo che sono responsabili in solido, non rischieranno di indebitarsi personalmente per il mantenimento di uno spazio culturale utile alla comunità territoriale. Tale fondo dovrà essere indirizzato a qualunque associazione abbia un contratto di affitto in corso, indipendentemente dal fatto di essere iscritta nei registri regionali o nazionali. Nessuna discriminazione può essere accettata da coloro che sono impegnati quotidianamente nel campo della promozione sociale e culturale. Associazioni culturali, di promozione sociale ed organizzazioni di volontariato devono poter accedere, in modo rapido e senza lungaggini burocratiche tipiche del nostro paese, alle risorse disponibili. Come si è fatto presto a chiudere tutto, altrettanto velocemente dovranno arrivare i rimborsi.
  2. Buoni per rilanciare la cultura Una parte del fondo “PRA” deve servire anche per il rilancio della domanda culturale nei territori. La cultura, come è stato più volte ribadito, è la base della nostra comunità nazionale, crediamo pertanto che sia giunta l’ora di confermare, con i fatti, quanto detto a parole. Rilanciare la domanda culturale tramite la creazione di “Buoni della cultura” da assegnare a tutti i cittadini che ne facciano richiesta, non solo aiuterebbe le piccole realtà a ricevere un contributo inatteso, ma diventerebbe un incentivo per tutte le persone che spesso restano distanti dalla cultura. I “Buoni della cultura” permetterebbero un intervento di sostegno indiretto del reddito, permettendo ai cittadini di utilizzare questi buoni per il pagamento di servizi sia nei locali pubblici che nei circoli culturali. I buoni, utilizzati dai cittadini per diversi scopi, come andare a teatro oppure al cinema, iscriversi al corso di lingue o di recitazione, partecipare al concerto o alla mostra, un volta incassati dall’erogatore del servizio, potranno essere versati sul conto dell’azienda o dell’associazione culturale.

Come reperire i fondi?

Anche in questo caso abbiamo qualche idea utile allo scopo. Quando si avanzano delle proposte, se queste comportano delle spese per l’erario pubblico, spesso il problema principale è dato dalla necessità di capire come reperire i fondi. Solitamente la prima cosa che viene fatta è quella di aumentare la pressione fiscale, cosa che crediamo, soprattutto in un momento così difficile, sia da evitare. Tuttavia, se aumentare le tasse ai cittadini deve essere evitato, anzi crediamo che la riduzione delle stesse sarebbe auspicabile al fine di aumentare la capacità di spesa degli stessi, esiste una categoria che spesso nei momenti di difficoltà ottiene il maggior profitto: le multinazionali. Oggi le grandi aziende multinazionali guadagnano sul suolo italiano miliardi di euro di profitti che spostano nei paradisi fiscali. Se quei soldi fossero tassati in Italia, frutterebbero alle casse dello Stato italiano oltre 6 miliardi di euro all’anno. Una cifra che basterebbe a finanziare non solo le proposte da noi avanzate ma anche il sistema sanitario nazionale così in affanno. Da un’analisi del centro studi di Mediobanca, sappiamo che le prime 25 società internet al mondo, realizzano in Italia ricavi per 3,3 miliardi di euro ma nel 2019 hanno pagato in tasse soltanto 70 milioni di euro. Tramite operazioni tra filiali domiciliate in diversi stati questi gruppi sono in grado dispostare gli utili nei paesi a bassa tassazione. Con queste tecniche le multinazionali del web sono riuscite a sottrarre al fisco, tra il 2015 e il 2019, circa 46 miliardi di euro. Basti pensare, ad esempio, che Netflix ha versato di tasse solo 6 mila euro, meno di un operaio. Una vergogna! Costringere le multinazionali a pagare le tasse in Italia significa dare alla cultura una speranza di rinascita!

Nella Provincia di Brindisi – commenta Pierpaolo Di Bello, delegato provinciale ENAC – molte piccole realtà associative, sono in sofferenza, come i circoli culturali e ricreativi, che oltre a svolgere una funzione formativa garantiscono quel diritto alla socialità indispensabile, non solo per i giovani, ma anche per molti anziani che vivono nella solitudine nel proprio domicilio, sono stati dimenticati in tutti i provvedimenti adottati, che tutelano le grosse realtà e lasciano fuori le piccole associazioni.

Chiederemo pertanto al Governo di ascoltare ed esaminare alcune proposte ritenute indispensabili per salvare il mondo della cultura di base, il ritrovo dell’associazionismo militante, i luoghi della socializzazione.

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