BRINDISI – Il campionato non si ferma e non si fermano neppure le interviste di Newspam attorno ai colori biancazzurri.

Nella settimana che porta al nuovo anno, abbiamo incontrato ‘colui che tutto puote’. Nic Moore, il fautore delle azioni di gioco ed il geometra del parquet. Un atleta che non ha centimetri, ma ‘sovrasta’ gli avversari con la sua brillantezza tecnico-tattica. E’ la mente dell’Enel, ma si diverte anche ad essere il braccio: le sue bombe sono quasi una costante.

Nic, innanzitutto, cosa pensi di questa tua nuova avventura europea? Sei soddisfatto del posto in cui ti trovi ora?

“E’ la mia prima volta all’estero. L’Italia è bellissima e mi trovo molto bene a Brindisi. Anche i compagni mi aiutano molto. Certo, all’inizio ho fatto fatica ad ambientarmi, ma ora va tutto bene e mi sto adeguando sempre di più al sistema europeo”.

Le tue prime impressioni, appena arrivato a Brindisi.

“Mi è subito piaciuto qui, perché era caldo (ride, ndr) ed io adoro le città di mare. Infatti, insieme a M’Baye e le nostre rispettive mogli, abbiamo girato molto per le varie spiagge. Abbiamo anche visitato qualche grotta e tante altre zone costiere”.

Invece, il tuo primo approccio con la squadra?

“All’inizio, c’è sempre un periodo di studio, sia per quanto riguarda il campo e sia per quanto riguarda le personalità dei compagni. Dopo un po’ di adattamento, la chimica di squadra è migliorata. All’inizio, anche in campo era più un ‘corri e tira’, invece, ora, c’è un sistema in cui ci stiamo trovando decisamente molto bene”.

Quali sono le differenze tra il basket europeo e quello americano?

“Indubbiamente, il basket in Europa è molto più fisico rispetto a quello del College. Anche i regolamenti sono differenti. Infatti, per quanto riguarda i passi, qui ci sono state molte chiamate, ma col tempo sto cercando di migliorare anche in questo”.

Quando sei arrivato, coach Sacchetti ti ha affidato subito le chiavi del gioco o hai dovuto faticare per ottenerle?

“Il coach che avevo al College, era molto simile a Sacchetti, come ideologia di gioco. Ma io, nel College, ero molto più realizzatore e tendevo a finalizzare l’azione. Qui, vista la qualità dei miei compagni, sono più concentrato a creare gioco e sto attento alla difesa. In generale, il lavoro con Sacchetti mi sta ripagando”.

Con te in campo, la squadra trova qualità e quadratura. Quanto influisce, sulle tue prestazioni, il fatto di sapere di essere fondamentale per il gioco? Hai l’ansia da prestazione?

“Non mi crea pressioni, perché sono un giocatore di squadra, non mi interessa fare 30 punti. L’importante è che la squadra vinca. Nell’ultima partita, nonostante non abbia realizzato tanti punti, la palla ha girato bene, il pubblico si è esaltato e la squadra ha fatto la miglior partita della stagione”.

Sacchetti chiede maggiore sforzo a voi piccoli, per, poi, dare spazio ai lunghi. Ti trovi bene?

“Il nostro coach vuole creare molte opportunità, a prescindere dai ruoli. Quindi, se il mio modo di giocare fa segnare tanto gli altri compagni, ben venga. Ma è anche il contrario, perché le altre squadre sanno che io creo per gli altri giocatori e tutti hanno la possibilità di tirare”.

Questa Enel ha più qualità o quantità?

“Entrambe, sicuramente. Magari, la prima squadra è qualitativamente più elevata, però, quando entrano dalla panchina, in campo si portano energia e rimbalzi. Quindi, si amalgamano alla perfezione”.

A te, le cose facili proprio non piacciono. O tenti bombe impossibili, che vanno anche a buon fine, o assist che solo tu puoi pensare di fare.

“Mi piace questo modo giocare. O segno o faccio segnare, l’importante è fare punti e che la folla si esalti”.

La tua velocità di pensiero in campo è assodata. I tuoi compagni ti seguono bene?

“Mi piace pensare di essere un pensatore veloce. I compagni mi capiscono bene. Mi piace creare per Amath (M’Baye, ndr) e per tutti”.

Nessuno pensava di trovare questa Enel al 5° posto. Voi, dall’interno?

“Nello spogliatoio si ha la mentalità molto vincente e, quindi, al momento va bene il 5° posto. Se non ci fossero stati una serie di infortuni e di sfortune, avremmo potuto essere più in alto. L’aspettativa è quella di migliorarsi e puntare sempre più in alto”.

Andiamo a cercare il pelo nell’uovo… La difesa di squadra andrebbe un attimino rivista, magari renderla più solida o sbaglio?

“Probabilmente, al momento è la nota meno positiva. Però, così come in attacco, anche in difesa si lavora e prima o poi arriverà la quadratura del reparto”.

Nic, svelaci un po’ il nuovo acquisto Mesicek…

“E’ un buonissimo giocatore. In molti hanno ragione, quando dicono che lui, a 19 anni, è molto più esperto di noi altri alla sua età. E’ un ottimo passatore, è freddo, prende i tiri che deve prendere ed in questo è più pronto di noi quando avevamo 19 anni”.

Cosa fa Nic Moore quando non si allena?

“Mi piace molto dormire. Io e mia moglie abbiamo un cane che portiamo spesso in giro. Ci piace passeggiare. Con mia moglie giochiamo spesso a carte”.

Un messaggio ai tifosi brindisini…

“Venite al palazzetto: vi renderemo fieri ed orgogliosi”.

Tommaso Lamarina
Redazione

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