Il tarantismo degli anni Settanta nei reportage di Giovanni Valentini

Il 4 ottobre alle ore 19.00 l’Amministrazione comunale di Latiano inaugura la mostra fotografica Il tarantismo degli anni Settanta nei reportage di Giovanni Valentini.

La serata d’inaugurazione sarà aperta dai saluti istituzionali del Sindaco Cosimo Maiorano e del Presidente del Consiglio comunale Gabriele Argentieri. A seguire, prenderanno la parola i curatori della mostra, Salvatore Luperto e Anna Panareo, che illustreranno il percorso espositivo e l’importanza del lavoro di Valentini nella conservazione della memoria visiva del tarantismo. Ospite speciale, Sergio Blasi, già Sindaco di Melpignano e ideatore della celebre Notte della Taranta, che offrirà una riflessione sull’evoluzione della musica, legata a doppio filo al fenomeno del tarantismo, nella cultura contemporanea.

A proporre e promuovere l’evento è l’Assessore alla Cultura Monica Albano, che avrà anche il compito di moderare la serata, contribuendo a creare un dialogo tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, che si rifletterà nelle immagini esposte.

La serata si chiuderà con il concerto del Canzoniere Grecanico Salentino, in Piazza Umberto I. Si tratta di uno dei più celebri gruppi di musica popolare italiana, che porterà sul palco l’energia travolgente della pizzica e dei suoni tradizionali del Salento.

Le foto di Giovanni Valentini, che saranno esposte nel Centro Polivalente “G. Zizzi” a Latiano, illustrano il rituale domestico di un tarantato, nel giardino di una casa nella campagna di Nardò e l’atteggiamento di alcune tarantate che vagano agitate, nella piazza antistante la chiesetta di San Paolo a Galatina. Luogo dove si recavano, il 28 e il 29 giugno di ogni anno, in occasione dei festeggiamenti di San Pietro e Paolo, accompagnate dai congiunti premurosi, muniti di cuscino (utile per attutire eventuali battute di testa delle tarantate sul selciato, durante i loro frenetici movimenti).

I due reportage narrano il tarantismo in modo diretto, senza intermediari; esprimono l’atmosfera e l’afflato umanitario dei personaggi, fotografati in pose insolite, in un contesto in cui il rapporto protagonista-spettatore assume un particolare significato, e soprattutto raffigurano l’effettiva realtà di un fenomeno antropologico ormai in declino in quegli anni. Scatti fotografici, che documentano un antico evento e lo stato d’animo dei soggetti coinvolti in un rituale popolare e religioso venato di magia, eseguiti da un autore antesignano dell’arte cyborg.

Giovanni Valentini, artista galatinese, dopo la formazione didattica e artistica nell’Istituto d’Arte di Lecce e a Napoli nell’Accademia BB. AA., è vissuto a Milano dove ha elaborato la sua ricerca artistica scaturita dalla personale e analitica osservazione della materia organica e inorganica, astrale e virtuale. Con i suoi costanti studi in ambiti scientifici oltre a trasmutare in arte il misterioso e invisibile mondo della scienza, ha anticipato le attuali tendenze dell’arte cyborg (ritenute molto seducenti nella Biennale di Venezia del 2022).

Delle trenta foto in mostra, cm. 24×30 (molte inedite), scattate e stampate negli anni Settanta, allestite nella mostra che si inaugura venerdì 4 ottobre, a cura di Salvatore Luperto e Anna Panareo, dodici immagini ritraggono un tarantato in un’azione musico-terapeutica, attorniato dal noto barbiere-violinista Luigi Stìfani e da altri musicisti; diciotto invece raffigurano tarantate tra la folla nella piazza antistante la chiesetta di San Paolo a Galatina.

Gli scatti sul tarantato di Nardò illustrano la pratica esorcizzante domiciliare ponendo in evidenza le fasi caratterizzanti: l’azione esorcizzante di Stìfani con altri musicoterapeuti; a seguire, lo stato di agitazione del tarantolato mentre si dimena con la sedia fino allo sfinimento sul tappeto; ed infine, l’appagamento del tarantolato seduto che ringrazia il Santo tenendo tra le mani la sua sacra immagine mentre gli astanti applaudono.

Il secondo ciclo di foto raffigura invece alcune tarantate che a fine giugno si recavano a Galatina per chiedere protezione al Santo. Il contesto è sempre uguale, donne turbate che manifestano il loro disagio tra la calca dei curiosi, accorsi alla chiesetta di San Paolo per partecipare al consueto rituale.

Le foto scattate da un balcone, con inclinazione della fotocamera abbassata, inquadrano le scene dall’alto e permettono di osservare, con profondità di campo, i movimenti delle devote mentre interagiscono con il pubblico che, attratto dalle azioni a cui assiste, è coinvolto in un rapporto diretto, da cui emerge l’emotività dei singoli soggetti inconsapevolmente partecipi della scena raffigurata.

La mostra resterà aperta nei giorni della Fera, sabato 5 dalle ore 18.30 alle ore 21.30 e domenica 6 negli orari 10.00-13.00 e 18.30-21.30 e poi dal 7 al 12 ottobre dalle ore 18.00 alle ore 20.00.

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