C’è una crescente amarezza tra i membri della comunità parrocchiale legata al Santuario di Santa Maria del Casale, un luogo di culto che, invece di rappresentare un centro di spiritualità e bellezza, è oggi simbolo di abbandono e disattenzione.
Le immagini parlano chiaro: degrado evidente, sporcizia crescente, animali come topi – grandi quanto gatti, riferiscono alcuni – e uccelli che trovano rifugio all’interno della chiesa, lasciando escrementi e rovinando quello che dovrebbe essere un luogo sacro. A fronte delle numerose segnalazioni e richieste d’intervento, la risposta è sempre la stessa: “I lavori inizieranno a breve”. Ma quel “breve” si sta trasformando in un’attesa infinita.
La comunità, un tempo viva e partecipe, oggi si sente scoraggiata. Le celebrazioni (matrimoni, funerali, anniversari) si sono ridotte e con esse anche le entrate, ma ciò che fa più male è il silenzio delle istituzioni ecclesiastiche. Una richiesta di assemblea parrocchiale è rimasta senza risposta. Un incontro con il Vescovo? Ignorato.
Chi si prende cura del Santuario? Nessuno. E così, anche i volontari di un tempo, stremati, hanno perso la forza di sopperire con il proprio impegno alle mancanze altrui. “Siamo arrivati a un punto in cui non riusciamo più ad andare avanti”, confessano i fedeli, che si chiedono se per ottenere ascolto non sia ormai necessario rivolgersi direttamente al Santo Padre.
Non si tratta solo di manutenzione, ma di rispetto per un luogo che ha accolto generazioni di fedeli, eventi importanti, lacrime e gioie di un’intera città. Oggi chiede solo di non essere dimenticato.
La comunità è pronta a raccontare, ad aprire le porte a chiunque voglia capire e dare una mano. L’appello è semplice ma profondo: basta silenzi, servono risposte, servono gesti concreti. Il Santuario non può morire nel silenzio e nell’indifferenza.
Siamo a Brindisi, città da evitare