BRINDISI – Torna “in aula”, per iniziativa della dirigente scolastica dott.ssa Serena Oliva, l’ex magistrato classe 1946, divenuto famoso per aver condotto e contribuito a inchieste celebri, Gherardo Colombo, che questa mattina ha incontrato, nell’auditorium del Liceo delle Scienze umane e Linguistico “Ettore Palumbo”, centinaia di studenti.

Una lezione entusiasmante per questi giovani, grazie ad un Gherardo Colombo che ha saputo conquistare l’attenzione e l’interesse dei presenti, creando da subito un rapporto confidenziale e diretto, per poi scendere a fondo, ma in modo unico, nel tema delle regole e della conquista della libertà.

Foto 17-01-17, 10 10 08Questa mattina, a partire dalle ore 9.30, grazie all’iniziativa della dirigente scolastica Serena Oliva, coadiuvata dai professori Maurizio Mele e Paolo Vadacca ed in collaborazione con la scuola di formazione politica “Antonino Caponnetto”, tantissimi studenti e docenti si sono ritrovati in sala, pronti, con domande alla mano, per vivere a pieno questa esperienza, dopo aver conosciuto l’ex magistrato, attraverso due dei suoi noti libri: “Lettera ad un figlio su MANI PULITE” e “Sulle Regole”.

Presenti all’evento anche alcune autorità come la direttrice della Casa Circondariale di Brindisi, Anna Maria Dello Preite; il vice comandante commissario Benvenuto Greco; uno dei funzionari Osvaldo Lomascolo; Rita Spinosa, volontaria sempre presso il carcere; Anna Tommaso, funzionario giuridico pedagogico; Raffaella Argentieri, presidentessa della scuola di formazione politica “Antonino Caponnetto”.

Sono stati poi i ragazzi a prendere la parola, dapprima con Dalila Marangia che ha rappresentato la 3C Scienze Umane, attraverso una presentazione sull’autore, poi la relazione da parte della 1B Economico Sociale per poi passare alle domande.

Dopo ben 33 anni in magistratura, l’ex magistrato, tra mille attività, svolge questa “missione” tra i giovani, futuro della società. “E’ maturata in me pian piano – ha più volte dichiarato Gherardo Colombo nelle sue interviste – la convinzione che per far funzionare la giustizia fosse necessaria una profonda riflessione sulla relazione tra i cittadini e le regole. La giustizia non può funzionare, secondo me, se i cittadini non hanno un buon rapporto con le regole. Potevo continuare a fare il magistrato per altri quattordici anni, quando mi sono dimesso: ho deciso di smettere e di dedicarmi alla riflessione sulle regole proprio perché la ritengo indispensabile per il funzionamento della giustizia. Foto 17-01-17, 10 30 05Incontro dai 40.000 ai 50.000 ragazzi l’anno, in ogni parte d’Italia, I giovani hanno molta voglia di essere coinvolti e non è difficile entrare in contatto con loro, purché si riconosca la loro importanza: è necessario che si sentano protagonisti e non spettatori, e per questo parlo muovendomi tra loro, in un continuo dialogo di domande e risposte reciproche. Il contatto è tanto più positivo quanto più l’incontro è immerso in un percorso su regole, giustizia e persona organizzato e praticato dagli insegnanti durante l’anno scolastico. Voglio dire che se la mia presenza non è sporadica, ma si inserisce in una attività che già la scuola ha svolto sui temi che coinvolgono il rapporto che ciascuno di noi ha con le regole (i temi che tratto nel libro “Sulle Regole”), è più facile che la riflessione non sia occasionale. Sono tante le scuole che si preoccupano di affrontare organicamente l’argomento, utilizzando gli strumenti più diversi (recitazione, musica, poesia, ma anche ricerche storiche e lettura di testi appropriati). Di solito l’incontro dura un paio d’ore (ma non è raro che si prosegua anche oltre l’orario previsto), e vi partecipano dai 200 ragazzi in su. Via via che si procede l’interesse aumenta, e tante volte, alla fine, è proprio difficile mettere la parola fine”.

Ed è proprio il ritratto di quanto accaduto al Liceo “Ettore Palumbo” questa mattina, una scuola che mai ha tralasciato neanche per un istante, il percorso legato alla legalità e questa è stata una occasione per entrare a fondo e concretamente nel tema; e cosi anche oggi è stato davvero difficile mettere la parola fine, anzi la si è sostituita con “continua…”.

Antonella Di Coste
Redazione

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