Il giglio marino di Torre Guaceto: un fiore da proteggere

BRINDISI – Le spiagge della Riserva di Torre Guaceto tornano a splendere come ogni estate e parte del merito di tanta bellezza va riconosciuto al fiore che inizia a fare capolino sulle dune: il giglio marino.
Il Pancratium maritimum, nome latino della specie, è un vegetale che vive allo stato spontaneo esclusivamente sulle dune sabbiose del Mediterraneo. E’ una pianta erbacea perenne, dotata di un bulbo da cui nascono foglie lineari e grandi fiori bianchi e profumati.
I suoi frutti sono delle capsule che, giunti a maturità, rilasciano caratteristici semi neri e spugnosi che hanno la consistenza e l’aspetto di piccoli pezzi di carbone.
I fiori del giglio marino sono tra i più belli che si possono trovare sulla duna e si manifestano in estate, in pieno periodo balneare.
Questa circostanza lo espone al rischio di essere reciso dai frequentatori delle spiagge.
Raccogliere il fiore significa limitare la capacità della pianta di riprodursi nella stagione in corso. Ogni volta che parte della pianta viene danneggiata, aumenta il rischio che questa, con il tempo, scompaia.
A ciò si aggiunge il pericolo legato alla distruzione del suo habitat causata, principalmente, dall’urbanizzazione costiera, all’infrastrutturazione dei lidi e dall’eccessivo calpestio delle dune.
Per questo motivo, il Consorzio di Torre Guaceto ha elaborato un piano di gestione che vieta la realizzazione di strutture private sulla costa, anche in forma precaria; ogni anno allestisce il lido di Punta Penna Grossa seguendo il criterio della sostenibilità ambientale, quindi ad una distanza di sicurezza dalla duna, occupando un’area pari all’1% della superficie di costa protetta e libera e provvedendo allo smantellamento dello stesso a conclusione di ogni stagione estiva; negli anni passati ha realizzato un intervento di ingegneria naturalistica per la ricostruzione delle dune danneggiate e le ha protette dal calpestio con l’erezione di una staccionata.
A coadiuvare questa serie di interventi, la contingentazione dei posti auto riservati agli utenti della Riserva, che permette di limitare e regolare il flusso dei fruitori.
Al netto di tutto ciò, occorre sottolineare che la raccolta dell’intera pianta o delle sue parti non è consentita nell’area protetta sia ai sensi del regolamento della Riserva, che della normativa regionale, così come l’asportazione di ogni elemento naturale presente, conchiglie comprese.
L’invito rivolto agli utenti è, quindi, quello di lasciare crescere i gigli marini sulle dune di Torre Guaceto, godendo della loro bellezza limitandosi ad apprezzarli mentre si prende il sole o ci si immerge nelle acque dell’Area Marina Protetta.

Foto di Giuseppe Lanotte

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO