Il Forum Ambiente, Salute e Sviluppo chiede di sollecitare sulle mancate bonifiche

Brindisi - Zone da bonificare (Zona Micorosa)

BRINDISI – Nel giugno scorso il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato lo “Stato  delle Procedure delle Bonifiche” nei 58 Siti di Interesse Nazionale tra cui Brindisi.

Il Sito di Interesse Nazionale per le Bonifiche, istituito a Brindisi con la L. 426/98, ha una estensione di 5851 ettari. Per l’inquinamento dei terreni sono state caratterizzate aree pari all’87% dell’intera superficie mentre sono solo il 12% le aree su cui esiste un progetto approvato per la messa in sicurezza o la bonifica. Inoltre solo il 6% dell’area ha un procedimento concluso con rientro dei valori dei contaminanti al di sotto delle concentrazioni soglia di rischio e  di contaminazione. Anche per quanto  riguarda la falda, l’87 % dell’area risulta caratterizzata, solo per il 16 % dell’area esiste un progetto approvato per la messa in sicurezza o la bonifica e solo l’ 8%  ha un procedimento concluso con rientro dei valori dei contaminanti al di sotto delle concentrazioni soglia di rischio e  di contaminazione.

I SIN sono siti in cui l’inquinamento è stato considerato talmente grave da comportare un elevato rischio sanitario  e per questo definiti «di Interesse Nazionale» (Sin).  L’interesse, a partire dal 1998, era quello di bonificarli. Brindisi è tra i 45 per i quali deve essere lo Stato e non la Regione a doversi occupare della bonifica.

L’Istituto Superiore di Sanità da anni monitora i rischi per la salute dei circa 6 milioni di abitanti che vivono nelle aree dei 45  siti più contaminati d’Italia. Per chi ha meno di 25 anni è stato registrato un aumento di tumori maligni del 9% rispetto a chi vive in zone non a rischio. C’è un eccesso di malattie respiratorie per i bambini e i ragazzi; il rischio mortalità è più alto del 4-5% rispetto alla popolazione generale con prospettiva di peggioramento.

Dallo studio Forastiere sappiamo che dal 2000 al 2013 a Brindisi città 8 decessi sono attribuibili  alle emissioni industriali in atmosfera ancorchè nei limiti di legge. Nulla sappiamo dell’impatto sanitario (cioè quanti decessi e quante malattie) siano attribuibili al fatto di avere accanto alla città 5851 ettari di suolo e di falda contaminati con inquinanti pericolosi per la salute e alcuni anche cancerogeni.

Sarà pure vero che la qualità dell’aria nella nostra città è migliorata negli ultimi anni per la chiusura di alcune attività industriali, e così Brindisi è salita nelle classifiche che periodicamente i giornali economici ci forniscono  senza spiegare come siano redatte. Resta il fatto che migliaia di persone inconsapevoli vivono  nei pressi di fonti inquinanti di cui da 20 anni la legge ha disposto la bonifica ma questa non è stata ancora portata a termine per oltre il 90% dell’area.

Facciamo appello alle Istituzioni ed alle Forze Politiche e sociali perché nell’ambito delle rispettive competenze  affrontino sollecitamente e concretamente il prospettato problema.

FORUM AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO

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