Il Comune di S. Vito sottoscrive con la Cgil: “No al lavoro nero – Legalità e sicurezza nei cantieri da realizzare con i contributi avuti dallo Stato”

SAN VITO – Dopo il Comune di  Latiano anche il comune SAN VITO DEI NORMANNI SOTTOSCRIVE CON LA CGIL: NO AL LAVORO NERO  – LEGALITA’ e SICUREZZA NEI CANTIERI DA REALIZZARE CON I CONTRIBUTI AVUTI DALLO STATO.

Il Sindaco di San Vito,  Domenico Conte, l’assessore ai LL.PP. arch. Vincenzo Sardelli e il responsabile servizi tecnici, ing. Giuseppe Olivieri incontravano i dirigenti sindacali CGIL di Brindisi Marilina Nocco e la segretaria Rita Cardone della FILLEA-CGIL.

In merito al contributo di 100.000 euro assegnato dal Governo ai comuni sino a 20.000 abitanti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, per l’anno 2019, il sindacato con la  stessa amministrazione hanno condiviso l’accordo per assicurare il corretto e regolare esecuzione delle procedure di appalto e di garantire la tutela dei diritti dei lavoratori nella realizzazione delle opere   dal 15 maggio 2019.

È l’occasione per ricordare che la corruzione, in Italia costa 60 miliardi all’anno e il settore degli appalti pubblici tra i più esposti, infatti è stimata a ben 40% del valore totale dell’appalto.

In Italia, le procedure negoziate (senza bando) sono le più esposte al rischio di condotte corrotte e fraudolente.

La CGIL è fortemente preoccupata dall’articolato del decreto sblocca cantieri, il decreto che deve sbloccare i cantieri e far ripartire le opere. Invece sembra voler solo smantellare il Codice degli Appalti perché si predilige il massimo ribasso, si accrescono i livelli di discrezionalità aumentando le soglie per l’affidamento diretto e allargando le procedure negoziate senza bando di gara, s’innalzano le soglie dal 30% al 50% dell’importo complessivo della soglia per affidare i lavori in subappalto, si raggirano i possibili controlli antimafia e si evita anche l’obbligatorietà della terna in fase di gara. A nostro parere così facendo c’è il rischio di “aumento dell’illegalità e di un peggioramento dei diritti dei lavoratori.

Secondo il monitoraggio fatto dall’Unione Province d’Italia occorrono finanziamenti per la provincia di Brindisi oltre 47 milioni per sbloccare i cantieri. Un settore quello dell’edilizia in crisi da più di un decennio dove gli occupati in Puglia si è dimezzato e tante imprese sono chiuse. Per questo è importante mettere in moto subito il mercato ma NO senza garantire legalità. La ripresa del settore Edile, rappresenta un segmento importante per l’economia del Paese  l’11% del PIL Nazionale.

È  da più di 10 anni  che perdura la crisi e purtroppo  il 2019 segna ancora crescita zero e cresce la disoccupazione, con una percentuale del  10,7% rispetto al 2007 del 5,8%.

In particolare Brindisi, così come dichiarava recentemente il segretario generale della CGIL locale Antonio Macchia:  “…la lenta crescita del prodotto interno lordo nella nostra provincia (+ 0,90), rispetto al dato complessivo della regione Puglia (+ 1,3), richiama la condizione economica e sociale che vive il territorio brindisino, attanagliato anche dalla persistente situazione vertenziale.

Il dato sul PIL sommato ad altri indicatori negativi di riferimento quali la disoccupazione, l’aumento della cassa integrazione, la recrudescenza della povertà relativa e assoluta, la dispersione scolastica ed altri ancora sono le risultanze di una profonda crisi che attraversa più settori produttivi.

L’industria complessivamente, a parte alcune eccezioni, continua ad essere attraversata da una fase asfittica e il sistema degli appalti al ribasso mette in forte rischio la tenuta occupazionale; ENEL in riferimento al polo energetico di Cerano non ha ancora presentato un piano di sviluppo industriale alternativo alla fase di decarbonizzazione; la crisi dell’ apparato produttivo più in generale e la paralisi dei finanziamenti pubblici, acuiscono la crisi economica ed occupazionale anche in settori strategici per il territorio quali l’edilizia, il commercio e l’artigianato; come pure la crisi del sistema creditizio, con cui si vogliono falcidiare i livelli occupazionali, si presenta realmente drammatica per il nostro territorio. In agricoltura continua la serrata lotta al caporalato di cui alla Legge 199/2016…”

Tale situazione non è diversa dal resto del Paese soprattutto nel Mezzogiorno, di contro il Sindacato è impegnato su tutti i fronti per   ridisegnare il futuro della Nazione attraverso proposte concrete su sviluppo, crescita occupazione, fisco, Mezzogiorno, ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro, tutto questo abbiamo presentato al Governo,  una piattaforma unitaria, in cui per  il Mezzogiorno  chiede un piano di investimenti su opere infrastrutturali, con una dotazione iniziale di almeno 500 milioni di euro  e politiche su sicurezza, lotta al lavoro irregolare e forte azione di contrasto alla criminalità.

Dalle politiche sindacali nazionali a quelle territoriali, con gli stessi obiettivi, per rilanciare gli investimenti a partire dai bisogni prioritari dei territori  con percorsi di confronto con i governi locali.

                                               Dipartimento Mercato del Lavoro CGIL Brindisi

                                                                        Marilina Nocco

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