PARMA – “Totò Riina è malato gravemente ed ha diritto ad una morta dignitosa”. E quanto statuito stamane dalla Cassazione, in merito al deferimento della pena o, in subordine, della detenzione domiciliare richiesta dai difensori del boss. La decisione ultima, però, spetterà al Tribunale di Sorveglianza di Bologna, che dovrà, comunque, attenersi ai principi giuridici enunciati della Corte Suprema.
Tale decisione è stata dettata dal dubbio circa l’attuale pericolosità del boss di Cosa Nostra, oramai 86enne.
Totò Riina è affetto da duplice neoplasia renale, ha una situazione neurologica altamente compromessa, non riesce a stare seduto ed è affetto anche da grave cardiopatia. La Cassazione sottolinea anche che il giudice deve motivare e verificare se lo stato di detenzione carceraria comporti una sofferenza ed un’afflizione di tale intensità, da andare oltre la legittima esecuzione di una pena.
Nel frattempo, però, arrivano i primi commenti a caldo. Non si fa attendere quello di Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare Antimafia, la quale afferma alla stampa nazionale che “Totò Riina è detenuto nel carcere di Parma dove vengono assicurate cure mediche in un centro clinico di eccellenza. È giusto assicurare la dignità della morte anche ai criminali, anche a Riina che non ha mai dimostrato pietà per le vittime innocenti. Ma per farlo non è necessario trasferirlo altrove, men che meno agli arresti domiciliari, dove andrebbero comunque assicurate eccezionali misure di sicurezza e scongiurato il rischio di trasformare la casa di Riina in un santuario di mafia. Dopo terribili stragi e tanto sangue, il più feroce capo di Cosa Nostra è stato assicurato alla giustizia e condannato all’ergastolo, anche se vecchio e malato, la risposta dello Stato non può essere la sospensione della pena. Leggeremo con attenzione le motivazioni della Cassazione”.
Indignato anche il web, con gli utenti che scrivono post, sui vari social, in ordine a quanto non sia ‘giusta’ una eventuale decisione in tal senso.
“E’ giusto ‘graziare’ chi non ha avuto pietà per innocenti, donne e bambini?”, scrive V.I.. Ed ancora: “Morte dignitosa per Riina? Cosa c’è di dignitoso in quell’essere???”, incalza L.P..
E potremmo stare qui a scriverne tanti altri.
Di certo, non è compito della stampa, tanto meno dei cittadini, decidere circa la sorte della ‘Belva’, ma una riflessione, se il Tribunale di Sorveglianza dovesse accogliere in toto la richiesta di Riina, sarà doverosa.
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Tommaso Lamarina Redazione |
Incredibile. I primi mafiosi sono in Cassazione. Questa è l’Italia un paese gravemente malato.