Il 27enne brindisino Mauro Zizzi, il più giovane Direttore di macchina d’Italia. Ai coetanei dice: “Abbiate fame e voglia di crescere, non accontentatevi di nulla”

Anno 2016 presso Shipyard Damen Galati (RO)

ANCONA – E’ il più giovane direttore di macchina d’Italia. Parliamo di Mauro Zizzi, 27 anni, brindisino, diplomatosi presso l’Istituto Nautico “Carnaro” della nostra città e poi uscito brillantemente  dall’Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova.

Oggi è in pianta stabile ad Ancona, dove lavora per il gruppo Gesmar – Corima, oggi rimorchiatori mediterranei assieme il gruppo RR genovese. E’ il più grande operatore del settore rimorchio nel Mare Adriatico e, insieme ai propri azionisti, è il maggiore operatore in Mediterraneo.

Abbiamo intervistato Mauro, la cui esperienza può essere d’esempio per tanti giovani brindisini.

Mauro, tutto è iniziato a Brindisi con l’Istituto Tecnico Nautico, poi tu hai scelto il percorso da seguire. Quale è stato?

Finito il nautico Carnaro di Brindisi nel 2010, iniziai praticamente fin da subito a preparare i test d’ingresso per l’Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova: una mia scelta e uno dei miei primi obiettivi entrarci e farne parte. Superati i test d’ingresso possiamo dire che è iniziato il mio vero percorso, un percorso che si alternava a periodi di aula fatti di studio e verifiche di durata circa due tre mesi per modulo, alternato a periodi di navigazione di 4-5 mesi.

Ho poi ultimato questo periodo di studio e di navigazione che ha visto 12 mesi di imbarco obbligatorio per accedere all’esame per ufficiale di macchina.

Accademia Marina Mercantile – Anno 2013

Superato l’esame in CP, ho iniziato a cercare imbarco, e mi si presentò l’opportunità di navigare con il gruppo Gesmar – Corima, oggi rimorchiatori mediterranei assieme il gruppo RR genovese, come secondo ufficiale di macchina, società con la quale navigo ancora oggi.

Ho poi effettuato 24 mesi da capo guardia, oltre ad un ulteriore corso per poter accedere all’esame da primo ufficiale di macchina che ho superato, nonostante, nel mio caso, l’esame ha avuto una “mortalità” molto elevata, poiché su 12 aspiranti primi ufficiali, sono stato il solo a riuscire a prendere il titolo. Superato anche questo esame, ho potuto affrontare gli ultimi 6 mesi da primo ufficiale per poter registrare il titolo da Direttore di macchina, e a giugno del 2017, ovvero all’età di 25 anni, ce l’ho fatta, ritirando il mio certificato IMO da Direttore di macchina. Da luglio 2017 sono imbarcato come direttore sui rimorchiatori della CORIMA. In questa descrizione, ho omesso tutti i vari corsi IMO e stcw necessari per iniziare e proseguire la carriera.

 

25 dicembre 2012 m/N Suprema GNV

Quanto ha influito nella tua scelta il fatto di vivere in una città di mare, quale è Brindisi, in cui il porto ha un ruolo centrale? E quanto ha influito anche il fatto che tuo padre, Nicola, oggi dirigente comunale, sia stato anche un ufficiale della Capitaneria di Porto?

Il vivere in una città di mare ha influenzato tanto le mie scelte, anche se devo ammettere di non essere un grande amante del mare, ma un grande amante e appassionato di impianti e motori, che nel mio settore la fanno da padrone.

Il porto di Brindisi è una ferita dentro me, perché ho vissuto e ricordo benissimo gli anni dal ’90 al duemila, quando partivano traghetti tutti i giorni. Ricordo navi alla fonda in fila per entrare in porto, file di turisti macchine e camion per imbarcare, mentre oggi il nulla, un porto quasi fantasma praticamente che ha perso tante occasioni e, continuando di questo passo, tante ne perderà.

Anno 2016 Marj Iossino (CZ) Fasi aggancio rimorchi d’altura

Papà, Nicola, è stata sempre una figura importante per me: mi ha spinto e spronato  fin dal principio in questo mio percorso, tante volte andando anche in contrasto, ma ho seguito sempre i suoi consigli e rispettato le decisioni che prendeva; ma, al pari di papà, un’altra importante figura lo è stata anche la mamma, Cosima Ruggiero, che con il compagno Alfredo Sterpini mi hanno sostenuto e sorretto nei momenti di crollo, perché ne ho avuti tanti: siamo tutti esseri umani: Ma ad oggi dico grazie a loro.

Come hai iniziato il tuo percorso professionale? E quale è il ricordo del tuo primo imbarco?

Il mio percorso, iniziato a Genova come detto prima con l’Accademia della Marina Mercantile un po’ con timore, ma anche con il fascino del nuovo e del diverso – poiché è  un settore sconosciuto alla maggior parte delle persone – è stata un po’ una scommessa su me stesso, poiché mi affascinava il mettermi alla prova.

Trieste 2017 – Visita fabbrica Wartsila

Il ricordo del primo imbarco è un po’ tragico, diciamo la verità: ricordo che fu mio padre ad accompagnarmi a Genova a prendere la nave, m/n EXCELLENT della GNV, e ricordo come se fosse oggi che varcavo il ponte della nave con questi due valigie enormi cariche di tutto, con mio padre che mi salutava da dietro i cancelli.

Entrato in nave mi diedero la cabina che sarebbe stata casa mia per i successivi 5 mesi: un letto singolo, una mini scrivania, un armadietto ed un bagno con l’essenziale, senza oblò e con un odore di naftalina assurdo.

Porto di Ancona – nevicata 2018

Sceso in sala macchina e presentatomi  alla sala macchine, ricordo che girovagai per ore in questa “cattedrale” fatta da motori lunghi 11 metri altri 3-4 metri, caldaie enormi, locali di trattamento nafta e produzione acqua, dal frastuono assordante e dall’odore pesante, scoprendo ogni istante nuovi locali con impianti a me fin quel momento sconosciuti, che oggi dopo anni di studi e una discreta esperienza inizio a conoscere e a svelarne i segreti.

Oggi sei il più giovane o, comunque, tra i più giovani direttori di macchina di Italia… Certamente non è stato semplice, tra gli studi fatti ed i sacrifici tuoi e della tua famiglia.

Vero. Così mi è stato detto in CP nel momento della registrazione del certificato IMO. Semplice no? Sarebbe stato molto più comodo andare a studiare in qualche facoltà “passa tempo” come piace descriverle a me o fare il classico “figlio di papà” (parlandoci chiaro me lo sarei potuto tranquillamente permettere), ma ad oggi ho costruito un futuro, una carriera, una casa, ed un futuro.

Anno 2018 Mauro Zizzi con il nonno materno

La famiglia, una delle cose che più mi manca, non aggiungo altro.

Quale è secondo te l’aspetto più complesso del tuo lavoro o la situazione più difficile da affrontare?

L’aspetto complesso è attualmente lavorare in condizioni atmosferiche avverse ed in condizioni d’emergenza, anche perché uno dei nostri compiti riguarda anche possibili salvataggi, quindi dobbiamo sempre essere pronti a tutto.

Oggi lavori in pianta stabile nel porto di Ancona. Come è quella realtà e che similitudini e, al contrario, differenze ha con Brindisi?

Si, ormai Ancona è casa per me, mentre Brindisi famiglia. A livello portuale Ancona è molto più evoluta, anche se una realtà più piccola. Brindisi, a mio parere, perse una grande occasione al tempo del rigassificatore nel periodo della British Gas: sarebbe stata una occasione per settorializzazione il porto e per farlo crescere, ma grazie a gente che non capisce nulla, perché diciamocelo, il brindisino medio fa ciò che dice la massa. Ricordo che in quel periodo venni preso di mira da una professoressa di diritto delle medie, al Casale, solo perché la pensavo fuori dal coro, e il padre era un noto “ambientalista” brindisino, ma va bene così: mi dissi che il tempo mi avrebbe dato ragione e così è stato.

Estate 2018 – fine di un’intensa giornata lavorativa

Tu lavori nei rimorchiatori portuali. E’ vero che, in fondo, sono delle piccole ‘città’?

Certo: a bordo abbiamo tutti gli impianti necessari per vivere settimane se non mesi in mare, come in nave. Proprio per questo noi “macchinisti” abbiamo tante possibilità di trovare lavoro in aziende terrestri, una volta “stancati” di questa vita con la valigia sempre in mano.

Lavorare a Brindisi sarebbe stato, per un ragazzo della tua età, molto più semplice e comodo. Perché questa scelta e, soprattutto, cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere la tua stessa carriera?

Brindisi ha il mio cuore perché ha i miei affetti. Certo sarebbe stato molto più comodo, più semplice, ma a dirla tutta non so se sarei cresciuto professionalmente e non so se sarei stato capace di raggiungere gli obiettivi che ho raggiunto dove sono adesso. Un consiglio? Abbiate fame e voglia di crescere, non accontentatevi di nulla, abbiate voglia di avere ed essere sempre più, siate curiosi e ponetevi sempre obiettivi da raggiungere, ed una volta raggiunti ponetevi nuovi obiettivi.

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

10 COMMENTI

  1. congratulazioni vivissime al giovane Mauro Zizzi per il titolo conseguito e sinceri auguri al padre e nonno paterno, che personalmente conosco, per l’obiettivo raggiunto. L’avere frequentato il corso di studi e conseguito il giovane Zizzi il diploma di direttore di macchina presso l’Istituto Tecnico Nautico “Carnaro” di Brindisi mi riempie di particolare gioia e mi inorgoglisce nel ricordo del primo incarico ricevuto, in giovane età, di consigliere di amministrazione di quell’Istituto.
    Brindisi, 13/10/2018 Franco Leoci

  2. Dispiace che un professionista giovane e competente consideri “figli di papà” gli studenti del liceo classico, ma dispiace ancor di più il non rendersi conto che il rigassificatore a Brindisi, all’imbocco del porto esterno, sarebbe stato un “tappo” per il porto.
    Buona fortuna!

    • Salve professore, come ha evidenziato la redazione non intendevo “classico” come liceo, mi dispiace tanto se ha frainteso ciò, ma appunto intendevo “tradizionale”
      Tappo perché mai?
      E poi meglio mille tappi che lavorano in un porto che nulla, non crede? Poi a capobianco di certo non sarebbe stato un tappo
      Cordiali saluti mauro

  3. VI RICORDO CHE NEL LONTANO 1984 FU PREMIATO CON CERIMONIA PRESSO L’ISTITUTO NAUTICO CARNARO, A SOLI 24 ANNI IL PIU’ GIOVANE CAPITANO DI LUNGO CORSO PATENTATO D’ITALIA , BRINDISINO
    COMPLIMENTI A MAURO ZIZZI

    • Salve, ricordo anche io, da racconti del nautico, del capt. Nel ‘84.
      Peccato si sia persa l’usanza di queste cerimonie.
      Con le nuove normative, corsi, problemi ad imbarcare al giorno d’oggi questi bei record non sono piú possibili purtroppo
      Saluti mauro

  4. prof. Piccozza, io che ho frequentato il liceo classico, in anni ormai, ahimè, molto lontani, le chiedo se di rileggere più lentamente il testo… magari così si rendera’ conto che Mauro non intendeva esecrare coloro che hanno quel diploma… infatti “classico” viene usato come sinonimo di “tradizionale”…?