L’occasionale e piacevole incontro con un vecchio amico politico, mi ha dato la possibilità di ricordare insieme i tempi in cui il Comune di Brindisi era occupato da amministratori come l’avv. Vincenzino Fiori,Beppe Patrono, Enzo Di Noi, Carlo Scarascia, Marino Guadalupi, Giuseppe Sasso, Giulio Caiati, Clementino Manco solo per ricordare alcuni e chiedendo scusa per la non menzione di altri, che hanno costituito la aperta gelosia dei comuni capi luogo della regione puglia:Brindisi appariva anzi era la succursale del Consiglio dei Ministri e gli appassionati, civili ed autorevoli confronti politici ed amministrativi che avvenivano in sede di consesso comunale cedevano il passo di fronte alla risoluzione dei problemi cittadini. Chi ha avuto la fortuna di vivere quei tempi ben conosce l’orgoglio di essere stati cittadini di brindisi, convenendo unitamente con il suddetto amico la mal sopportazione di oggi alle nefandezze amministrative tutte di cui si sono coperte le amministrazioni succedutesi nell’arco di questo ultimo quindicennio.
Vero è che è stato raggiunto il punto di non ritorno con affermazioni inneggianti addirittura alla nomina istituzionale di un Commissario Prefettizio quale reggente del Comune, pensando a questi quale liberatore delle gravi inadempienze amministrative commesse nel periodo afferente la loro amministrazione. Non è così.
Intanto, va rammentato che il Commissario prefettizio è titolato al solo esercizio della attività ordinaria e non a quella straordinaria di guisa che al termine del suo mandato, come per i sindaci, deve normativamente presentare il bilancio della sua gestione; è consequenziale che la relazione di fine mandato costituisce l’occasione di verifica da parte del Collegio dei Revisori e della assemblea comunale eletta per conoscere gli atti amministrativi posti in essere dal Commissario onde procedere alle eventuali denunce alla Corte dei Conti nei casi di danni erariali.
Ho richiamato l’attenzione del su detto argomento sin dall’insediamento della sindaca Angela Carluccio, ma con scarsissimi risultati, evidenziando i grossolani errori amministrativi compiuti dal precedente Commissario Prefettizio, dr. Castelli, senza opposizione da parte dell’apparato burocratico dell’Ente. Ho ricordato, solo per esempio, della insensata ordinanza commissariale adottata di chiusura delle spiagge ad inizio della stagione estiva passata, della incomprensibile, irrealistica ed irrispettosa deliberazione n. 2/17, assunta dal Commissario con i poteri del Consiglio e trasmessa a tutti i dirigenti dell’Ente, con la quale si assicura la Magistratura Contabile della inesistenza delle numerose e gravi criticità rilevate nei confronti del Comune giungendo persino a dichiarare la sufficiente situazione finanziaria dell’Ente oltre che delle società partecipate o l’adozione precipitosa di provvedimenti contabili riguardanti gli equilibri di bilancio o la creazione di debiti fuori bilancio per incarichi esterni a professionisti legali.
Orbene, libero di pensare chi ritiene che la gestione monocratica supera di fatto le inadempienze dell’or amministrative sorte nel periodo di gestione democratica, immaginando possibile cassare le inadempienze amministrative riconducibili ad un aggravio di oneri a carico dei cittadini: non è così.
I responsabili della mala gestio amministrativa dell’Ente restano, ma, in conclusione, è la sola Corte dei Conti l’Organo deputato ad emettere le sentenze per le azioni di recupero di crediti per danni prodotti agli Enti Locali: è certo che esistono, ma non ancora attivati presso la Magistratura Contabile, gli atti dovuti per l’esame afferente l’adozione di sentenze per l’eventuale recupero di somme dovute anche nei confronti del Comune di Brindisi.
Come accennavo, la Amministrazione comunale insediatasi nel giugno 2017 non ha inteso, quale primo atto, rendersi conto innanzitutto della disperata situazione finanziaria dell’ente che avrebbero dovuto gestire e non ha inteso da subito creare il necessario rapporto di collaborazione con l’apparato burocratico. Che è normativamente la controparte nella esecuzione del programma dell’organo politico, confermando in tal modo la inesperienza ed incapacità gestionale per un Comune di circa 90mila abitanti che ha necessità di informarsi a regole contabili diverse e conoscenze particolari sul piano della configurazione della massa del personale occupato.
La incapacità gestionale degli eletti, nota peraltro ai più, non poteva che produrre la nomina del Commissario prefettizio in capo al maggiore ente locale con l’aggravante del notevole tempo in cui dovrà operare l’organo monocratico che ha già dovuto chiedere la nomina di tre sub commissari. Ed allora, come vien detto, cosa fatta capo ha.
Insisto a credere che, allo stato, non vi sia chi abbia voglia di pensare alle prossime elezioni amministrative e, purtroppo, comincio a riflettere sulla ipotesi che davvero possa verificarsi quanto di recente espresso da persona che ben conosce la variegata composizione degli elettori brindisini, ma al quale sfugge che le numerose e probabili liste civiche, potrebbero trovare un insormontabile ostacolo laddove i capi popolo per ogni lista dovessero inciampare nella posizione di incompatibilità alla candidatura.
Intanto, ex consiglieri comunali ed aspiranti candidati alle prossime elezioni credo abbiano il dovere di seguire gli atti che saranno posi in essere dall’Organo commissariale, denunciane alla Corte dei Conti o al MEF tutti quelli ritenuti non in linea con la normativa, ma dovrebbero avvertire l’obbligo di insistere presso il Commissario di governo per il prosieguo degli atti relativi al recupero di tutti i crediti vantati da parte dell’Ente. Ma dovranno altresì conoscere gli eletti della prossima competizione elettorale che all’onore di rappresentare i cittadini nell’assise comunale corrisponde l’onere di rivestire la carica senza alcuna riserva e più ancora senza esistenza di contenziosi tecno-contabili con l’Ente.
Dr. Franco Leoci