Gnl, Legambiente riconosca come “legittimi” tutti gli interventi

rigassificatore

BRINDISI – “Puntualizziamo tecnicamente la posizione sul terminal per GNL, anche in risposta a legittimi interventi di operatori del settore marittimo e a molto meno legittimi interventi che danno voce, ammantandole di terzietà alle posizioni retrive ed arriva perfino a dichiarare che l’elettrificazione delle banchine, per abbattere le emissioni prodotte dai motori delle navi attraccate, a Brindisi non si può fare perché costosa, (per chi?)“.

Esordisce così la nota di Legambiente, che è intervenuta nuovamente per meglio chiarire la  propria posizione rispetto alla possibilità che il porto di Brindisi possa ospitare una stazione di rifornimento di Gnl per le navi di ultima generazione. Dalle righe di questo comunicato stampa apprendiamo che l’associazione, oltre a proseguire nel proprio ruolo di baluardo estremo contro ogni forma di sopruso ambientale, adesso si è trasformata anche in “ente di accreditamento” degli interventi legittimi e di quelli che lo sono “molto meno”. Partendo dal presupposto che bisognerebbe comprendere cosa si intenda precisamente per “legittimo” –  perché il vocabolario, rispetto al contesto nel quale è stato utilizzato tale aggettivo, non ci viene in soccorso -, si constata che il messaggio sotteso alla nota dell’associazione appare in antitesi con lo spirito “popolare” della stessa: ergersi su di un piedistallo – squalificando e derubricando come “non molto legittime” posizioni differenti dalle proprie – e discettare dall’alto del proprio sapere cattedratico (che sicuramente compete, per la loro formazione, a molti dei componenti dell’associazione), stride con la visione che la gente conserva di Legambiente.

La diversità di posizioni ha sempre rappresentato una risorsa, a maggior ragione se alla base c’è un minimo di approfondimento. Nella nota stampa, Legambiente si chiede per chi risulterebbe sconveniente l’elettrificazione delle banchine. A tal proposito, lo scrivente si era  umilmente permesso di svolgere una breve indagine ed aveva riportato in un articolo il seguente passaggio:

“A fronte di tale quadro, è altrettanto fisiologico che, in una città dai trascorsi (traumatici) come Brindisi, si guardi ad ogni proposta con scetticismo: c’è chi, ad esempio, ha affermato che l’elettrificazione delle banchine sarebbe l’unica opera davvero utile. Ora, sicuramente in termini ambientali un intervento come quello appena richiamato sarebbe auspicabile, ed in effetti tra i progetti che l’Autorità Portuale brindisina ha portato al Tavolo Tecnico delle Aree Logistiche Integrate, vi è anche quello riguardante l’elettrificazione delle banchine. Tale opera, però,- oltre a non escludere il progetto sul Gnl – solleva alcuni dubbi sulla economicità della sua realizzazione: se è vero che La Spezia e Genova si sono attrezzate in tal senso, è vero pure che a Livorno si è aperta una discussione sulla convenienza dell’investimento, dato che gli armatori dovrebbero apportare dispendiose modifiche tecniche alle proprie navi, in modo da permettergli di accogliere l’energia proveniente dalla banchina; inoltre, se la sosta in porto dovesse essere breve, alcune navi potrebbero non avere interesse a spegnere e riaccendere i propri impianti di alimentazione. Tali eccezioni costituiscono solo una piccola parte di quelle che uno studio commissionato dall’Autority di Civitavecchia ha sollevato: le stesse sono state al centro della discussione interna alla città di Livorno, dove ci si è chiesti se l’ingente investimento potesse risultare vanificato da logiche di mercato al vaglio degli armatori, alcuni dei quali, come detto, potevano addirittura trovare antieconomico tale servizio, anche alla luce della direttiva che porterà a ridurre i livelli di emissioni proprio attraverso la conversione al Gnl”.

Ora, non solo è fisiologico, ma è anche auspicabile che un’associazione come Legambiente sollevi eccezioni su quanto riportato, altrimenti verrebbe meno il senso della stessa. Al contempo, è necessario che i membri di Legambiente non restino imprigionati nel ruolo di “duri e puri” che si sono cuciti addosso e si aprano anche all’ascolto di gente qualificata e preparata (quale può essere un Presidente di un’Autorità di Sistema o un dirigente), senza necessariamente avvertire l’assillo di dover individuare un retropensiero per ogni affermazione o proposta avanzata.

Ognuno svolga il suo ruolo: la stampa informi secondo propria coscienza e capacità; l’Autorità di Sistema individui le opportunità di sviluppo economico; gli operatori del settore portino le proprie istanze; le associazioni ambientaliste si limitino a sollevare questioni ambientali, senza pensare che quanto partorito dalle proprie menti, seppure frutto di studi e conoscenze, sia più “legittimo”.

In fondo, la conoscenza risulta sterile se non supportata dalla ragionevolezza.

Andrea Pezzuto
Redazione
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1 COMMENTO

  1. Bravo Andrea, fagli vedere chi sei a questi ambientalisti che non sanno cosa fare tutto il giorno e cercano di interferire negli affari degli imprenditori o di chi fa politica a tempo pieno. Non hanno capito che sono i soldi che fanno girare il mondo…..

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