Facecchia (Uil Fpl) risponde a Pasqualone

Dopo qualche giorno delle dichiarazioni del Direttore Generale Uscente della ASL BR ed anche dal Direttore del Dipartimento della Salute Dott. Montanaro, sinceramente incomprensibili e inopportune con il termine utilizzato anche dal giornalista “FURBETTI” per riscuotere, secondo il pensiero di quest’ultimo solo consensi intendiamo precisare.

Gli operatori sanitari basano il proprio agire sul sapere scientifico e competenze proprie del profilo, un esempio per tutti il Codice Deontologico degli infermieri che, già nell’incipit, li delinea come professionisti orientati al bene del singolo e della collettività. Dal 27 dicembre 2020 i professionisti della salute (quindi non solo cura) si sono sentiti coinvolti nel dare una risposta fattiva alla tragedia della pandemia a cui si è assistito, inizialmente impotente, alla morte di tante, anzi troppe, persone. L’impegno etico-morale è stato profuso sin da subito senza garanzia di preamboli contrattuali. L’Azienda, garante della tutela del lavoratore (con la quale ha un contratto esclusivo), non ha chiarito la posizione nei confronti dei dipendenti perché anch’essa impegnata a contribuire nella lotta alla pandemia. Mentre gli operatori erano impegnati in prima linea in attività istituzionali ed extra istituzionali con tutti i rischi connessi, l’Azienda rimaneggiava varie forme contrattuali per compensare le ore profuse negli hub vaccinali. Cifre importanti, indubbiamente, ma hanno garantito la riduzione sostanziale della mortalità.  La poca chiarezza dell’Azienda che ha vagato tra straordinario, attività libero professionali, prestazioni aggiuntive, non ha limitato l’impegno dei professionisti, confidando che in un modo o nell’altro ci sarebbe stata la tutela dei lavoratori, tutti! Gli atteggiamenti mediatici del DG sono a dir poco discutibili: “furbetti”, discriminanti nei confronti di chi ha agevolazioni, posizione di funzione, ancor più di chi ha un contratto a tempo determinato. Il CCNL pone dei veti, ma le modalità di timbratura, spaccato delle modalità extra istituzionali, è stata così variegata in quest’anno e mezzo, da non capire quali fossero i vincoli. Inoltre ci sono gli operatori che, pur rientrando nella categoria degli altisonanti titoli mediatici, hanno ricevuto ordini di servizio a firma dello stesso Pasqualone. Da annoverare, sempre per onor di cronaca, le comunicazioni interne (spesso circolari) che a vario titolo dei firmatari, chiedevano l’adesione massiva dei sanitari. Più che furbetti, sarebbe opportuno parlare di ingenuità, della fiducia mal riposta di essere tutelati dalla propria Azienda. Quest’ultima ha, oltretutto, destinato un portale per gestire le disponibilità: come mai non è stato posto in calce chi potesse dare adesione o meno? Questa è una delle tante modalità con cui si sarebbe potuto mantenere un dialogo aperto e sincero tra dirigenza e professionisti. Vero, si parla di professionisti che in quei giorni affannosi erano impegnati a leggere schede tecniche di vaccini e i vari studi scientifici, poco hanno pensato a leggere le variegate modalità contrattuali. Non è comprensibile un atteggiamento auto referenziale del DG a pochi giorni dalla sua dimissione, dov’è stato finora? Perché non ha vegliato sugli uffici preposti? Già, tutti in smart working, mentre gli operatori erano in prima linea. Egregio direttore generale, i numeri di cui si vanta e si farà fregio, sono frutti maturi di chi ha senso etico, quello vero, profuso per il bene della collettività. Lei sa anche che il lavoro necessita di riconoscimento è stato lei il primo a farsi garante. Da eroi a truffaldini è una vertigine che provoca una fastidiosa sensazione di malessere

IL Segretario Generale

    UIL FPL BRINDISI

   Gianluca Facecchia

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