BRINDISI – “Perché non si fanno carico anche loro del rischio imprenditoriale? Dietro l’Enel basket ci sono degli imprenditori, c’è anche un politico, non possono demandare al Comune il rischio imprenditoriale per un’attività che frutta soltanto a loro e non a noi”. Musica e parole di Salvatore Del Grosso, assessore al bilancio del Comune di Brindisi.

In realtà, basta dare un’occhiata ai bilanci di questi 5 anni di “gestione Marino” per capire che il rischio d’impresa cui sono soggetti i soci dell’Enel Brindisi prevede solo oneri, in quanto la società biancazzurra, come la maggior parte delle società sportive, non produce ritorni economici, semmai d’immagine.

Snoccioliamo un po’ di dati. Nei 5 anni di interregno Bucchi, la società ha dovuto affrontare costi per 18,8 mln di euro, in sostanza, il budget medio annuale è stato di 3,75 mln di euro. A fronte di ciò, ci sono state entrate per 15,9 mln, ovvero 3,2 mln di media all’anno. Queste ultime, rivengono per il 28% dagli incassi del botteghino (4,5 mln totali); il resto, è stato coperto dal main sponsor Enel, dagli altri sponsor e, notizia utile per l’assessore Del Grosso, dai soci della New Basket. Questi ultimi, infatti, hanno dovuto ripianare perdite complessive per circa 3 mln di euro, ai quali vanno aggiunti 700.000 euro investiti nei 5 anni sul settore giovanile.

Insomma, a Marino & co., il rischio d’impresa legato alla società di basket ha “fruttato” un esborso medio annuo di oltre 600.000 euro. Proprio questo squilibrio finanziario, dovuto all’enorme fardello generato dalla gestione di una società sportiva nella massima serie, in una città povera economicamente quale è Brindisi ed inserita in un contesto regionale a sua volta tra i più depressi d’Italia, ha costretto i soci a periodiche ricapitalizzazioni societarie, di cui l’ultima nel gennaio del 2016, la quale ha dotato la società di un solido cuscinetto di capitale di oltre 700.000 euro per affrontare e programmare con più serenità il futuro.

Ora, in questo quadro economico tutt’altro che esaltante, che ha visto anche una parallela contrazione del contributo del main sponsor Enel (si è passati dai circa 1,5 mln di due stagioni fa ai circa 800.000 euro della stagione in corso), il Comune pretenderebbe di affidare alla New Basket anche l’onere della gestione del vetusto ed antieconomico PalaPentassuglia, scaricando sulla società (privata) le inefficienze dell’Ente (pubblico), il quale si è infilato in un cul de sac, elargendo una somma pari a 1,3 mln di euro l’anno alla società Natuna, per ottenerne in cambio un servizio perfettibile (per usare un eufemismo).

La società presieduta da Marino, difficilmente potrebbe ammortizzare tali costi di gestione ed ambire ad un ritorno economico riveniente dall’affidamento diretto della struttura, in quanto, a differenza di altri esempi quali Trieste, Venezia, ed altre 5 società militanti tra la Lega A e la serie A2, il PalaPentassuglia non si presta all’organizzazione di evento alcuno, comportando, di converso, costi elevati, come è ovvio che sia per un impianto anacronistico.

Per fortuna, la società si è via via indirizzata verso una gestione sempre più professionale, sia sotto l’aspetto tecnico che amministrativo. Prova ne sia il bilancio dello scorso anno, il quale, al netto di un risultato sportivo non proprio soddisfacente, ha fatto registrare una gestione operativa pressoché in pareggio (3 mln i costi, 2,85 mln le entrate). Nel quinquennio appena trascorso, inoltre, lo staff tecnico, capeggiato dal tandem Bucchi-Giuliani, con un budget medio di 3,75 mln (in linea con quello medio del campionato, pari a 3,4 mln se si esclude dal conteggio Milano che fa storia a sé), è riuscito ad ottenere risultati apprezzabili, raggiungendo in due occasioni i quarti dei play off e qualificandosi quasi sempre alle Final8 di coppa Italia, con un’apparizione anche in semifinale.

Quest’anno, poi, grazie all’avvento di Sacchetti (il cui ingaggio è inferiore rispetto al suo predecessore) è stato possibile pianificare ulteriori risparmi, sempre nell’ottica di una sostenibilità economico-finanziaria a medio-lungo termine; nonostante ciò, si sta vivendo una stagione che, per il momento, si sta rivelando al di sopra delle aspettative e che, probabilmente, riserverà liete sorprese nella seconda fase.

Il tutto, in barba ad un budget che ha fatto registrare un ulteriore decremento, attestandosi, salvo imprevisti, sotto i tre mln di euro.

Allora, non si pretende che la fazione politica al governo della città, opposta a quella cui fa riferimento il presidente della squadra di basket, sostenga quest’ultimo a livello morale o si spenda nel reperimento di risorse finanziarie: siamo a Brindisi e sappiamo che i rapporti civili, in ambito politico, rappresentano una  chimera. Sarebbe auspicabile, però, che si abbia almeno il buon senso di approcciarsi correttamente al fenomeno, senza sconfinare in una resa dei conti che vedrebbe come sempre soccombente la città ed i suoi stanchi cittadini.

* Si ringrazia il dott. Piero Andrioli per aver fornito i dati analitici, ricavati dai bilanci ufficiali depositati presso la CCIAA

Andrea Pezzuto
Redazione

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