BRINDISI – Seconda tappa del viaggio di Nespam.it attorno alla New Basket Brindisi.

Questa settimana abbiamo voluto incontrare uno dei punti fermi della società brindisina, quale Alessandro Giuliani, da due anni General Manager biancazzurro, nonché uno dei fautori della vittoria in Coppa Italia di Legadue e della promozione in Serie A, sempre con Brindisi.

Lei è stato direttore sportivo della NBB già nella stagione 2011-2012, poi una esperienza in Legadue con Verona e nuovamente il ritorno a Brindisi come GM. Cosa l’ha spinta a ritornare e risposare il progetto del presidente Nando Marino?

“Perché sapevo della solidità di questa società, dello sponsor e dei soci. Inoltre, avevo già lavorato con Piero Bucchi e sapevo come continuare a farlo. Quindi, sapendo anche che c’era Piero (Bucchi, ndr), ci ho messo davvero poco a decidere di tornare, quando loro mi hanno richiamato. Certo, mi è dispiaciuto lasciare Verona, perché è anche casa mia e ci tenevo a far bene lì”.

Lei, in passato, è stato anche allenatore. Non le passa per la testa di riprendere quel tipo di carriera?

“Assolutamente no. Ognuno deve capire qual è l’ambito migliore delle sue competenze e, quindi, penso di essere più utile in questo ruolo, nella conoscenza dei giocatori, nella loro scelta, nell’aiutare l’allenatore durante l’anno. Insomma, nella costruzione delle squadre. Non penso proprio che tornerò ad allenare. Semmai lo dovessi fare, lo farò molto più avanti, magari allenando i giovani”.

Come si lavora in uno staff così giovane come quello dell’Enel?

“Non si può che lavorare benissimo. Perché ci sono delle persone accanto con le quali hai gli stessi obiettivi sia a breve, che a lungo termine. Poi, abbiamo le stesse idee su come gestire una società. Quest’anno abbiamo messo altre due persone all’interno dello staff societario. Sì, sono molto importanti i risultati sul campo, ma è anche altrettanto importante creare un ambito, uno staff, solido, di gente che aiuta, poi, staff tecnico e giocatori a lavorare al meglio”.

Come detto, è stato anche allenatore. Qual è la sua filosofia di gioco?

“A me piace uno squadra duttile ed eclettica, che abbia molti modi di attaccare il canestro e che non sia legata tanto al pick and roll. Mi piace una squadra atletica ed avere giocatori che possano coprire più ruoli. Anche una squadra molto tattica, che vada poi a colmare qualche inevitabile difetto tipico di un roster nuovo”.

Veniamo al mercato. Dove ha scovato M’Baye? Insomma, probabilmente solo lei ha scommesso su un giocatore proveniente dal campionato giapponese. Che intuito (e per fortuna, ndr)!

“Beh, quando prendi questi giocatori, di certo non li trovi nel campionato giapponese. Li hai seguiti per due-tre anni, nel loro percorso al college; li hai seguiti nella Summer League. Nel caso di M’Baye, ci siamo parlati sia l’anno scorso, che due anni fa. Poi, bisogna avere la pazienza e la fortuna di riuscire a convincerli a venire in Italia in quel momento della loro carriera”.

Coach Sacchetti sappiamo che punta molto sul play. Le ha già chiesto di visionare qualcuno, dato che il periodo di prova di Goss scadrà a fine dicembre?

“Al momento, no. Io faccio il mio lavoro di scouting, ma per l’anno prossimo. Oggi non andiamo a toccare un ruolo che già abbiamo toccato abbastanza in questa prima parte, per l’infortunio di Nic Moore”.

Qual è l’attuale strategia di mercato della società? Lei sta seguendo qualche giocatore in particolare?

“Come detto, sto guardando un po’ tutti i ruoli per l’anno prossimo. Sto facendo un primo screening sul gioco di alcuni giocatori nei vari campionati europei, per poi andarli a visionare nei relativi video e vederli, magari, dal vivo. Non c’è nessuna strategia nel mercato; la squadra è questa e bisogna solo decidere, quando Goss finirà il contratto di prova, se continuare con lui o con gli altri americani che abbiamo”.

Nel basket, a differenza del calcio, ci sono molti giovani e tutti titolarissimi. Qualcuno del vivaio dell’Enel potrebbe mai essere titolare in prima squadra?

“Non è facile. Perché per essere titolare in Serie A bisogna passare attraverso tanto lavoro sia fisico, che tecnico. Abbiamo dei ragazzi che si allenano con noi, che la lavorano con la prima squadra. Ma è impossibile dire che saranno titolare un domani: non lo sappiamo”.

Gli italiani…e l’Enel?

“Quest’anno, ci sono tanti italiani che stanno dimostrando di essere importanti per le loro squadre. L’Enel ha già messo in campo un ragazzo giovane come Donzelli, classe ’96 e che ha fatto gli ultimi Europei under 20. Ha Cardillo che gioca titolare ed anche il nostro capitano. Poi, c’è Marco Spanghero. Le nostre idee sono quelle di mettere, ogni anno, un giocatore italiano e giovane in campo, in modo da creare quello zoccolo duro che abbiamo un po’ perso quando sono andati via Cournooh e Zerini”.

Il presidente Nando Marino ha dichiarato più volte che l’obiettivo è la salvezza. Il giocatore Scott, proprio a noi, la settimana scorsa, disse che, invece, puntate ai play-off. Secondo lei, dove può arrivare questa squadra da lei stesso creata?

“Per me, ogni anno, indipendentemente dal livello della squadra con cui lavoro, l’obiettivo è quello di rimanere nel campionato in cui è. Poi, durante l’anno, bisogna vedere anche gli avversari, come sono strutturati, come vanno in campionato, per capire i veri obiettivi. Oggi è un presto per dirlo. Logicamente ci teniamo a fare i play-off, visto che l’anno scorso non li abbiamo fatti. Ma non dev’essere un martello che ci dobbiamo dare in testa”.

Domanda crudele ed a brucia pelo: questa squadra, secondo lei, manca di qualità?

“Sicuramente è una squadra molto giovane e deve fare il suo percorso come tante altre di quest’anno. Che sia più o meno talentuosa rispetto agli anni passati, ora, non si può sapere. Ogni anno è un anno a parte”.

Tommaso Lamarina
Redazione

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