BRINDISI – Oramai a Palazzo di Città ci si è ‘incartati’ anche sul servizio di raccolta urbana dei rifiuti. Un tunnel senza via d’uscita.
Da una parte i lavoratori perennemente senza stipendio, dall’altra la città sempre più sporca (come documentano le decine e decine di segnalazioni che arrivano in redazione), dall’altra ancora i continui ricorsi al Tar (tre in tutto, ndr) da parte di Ecologica Pugliese (la ditta che si attualmente occupa del servizio), tutti puntualmente persi dal Comune, con spese legali a carico dei cittadini; e poi ancora le sanzioni per violazione al capitolato speciale d’appalto impugnate dalla azienda. Nel mezzo, una gara che stenta decollare ed una città al collasso. Della serie: oramai non se ne esce più.
Ma andiamo per ordine e vediamo come si è sviluppata l’intera vicenda. Intanto, va detto che Ecologica Pugliese, sin dai tempi di Consales, non ha mai firmato un contratto, ma ha sempre goduto di ordinanze contingibili ed urgenti con efficacia sino alla fine maggio 2016 (quindi anche durante il periodo del Commissario Castelli, ndr).
I primi di ottobre scorso, l’Amministrazione comunale ha indetto una minigara di due anni, con scadenza 7 novembre. Nelle more della scadenza del bando, erano arrivate tre offerte: una di Ecologica Pugliese, una di Ecologica Falzarano di Benevento (titolare di appalti a Polignano, Monopoli, Conversano e Mola) e l’altra della Srl Dusty di Catania (titolare di diversi appalti in Sicilia). Quest’ultima, però, non avendo fatto il sopralluogo obbligatorio per legge, sarebbe stata esclusa a priori dalla Commissione. E quindi, sarebbero rimaste in due a concorrere. Usiamo il condizionale perché, di fatto, le buste non sono mai state aperte, in quanto Ecologica Pugliese ha fatto ricorso al Tar (malgrado essa stessa abbia presentato offerta) perché ha sostenuto eccessiva e lesiva la clausola secondo cui i mezzi previsti dal bando non dovessero essere antecedenti al 1° gennaio 2015 (Ecologica, invece, possiede mezzi del 2013 e 2014). Il Tar, nel suo pronunciamento, ha sostenuto che la richiesta di Ecologica fosse meritevole di essere presa in considerazione, fissando l’udienza di merito a gennaio 2017. E, nelle more, ha sospeso il bando.
Proprio di questo si è discusso ieri, a Palazzo di Città, nella riunione di Giunta: da un lato l’Ufficio legale si è costituito al Consiglio di Stato avverso la pronuncia del Tar e dall’altro l’indirizzo è di riaprire immediatamente il bando già da lunedì 21 novembre, accogliendo le richieste del Tar e cambiando la previsione dei mezzi che, anziché avere come caratteristica la data non antecedente l’1 gennaio 2015, devono essere mezzi “Euro4”.
Nel frattempo, ci sarebbe la disponibilità immediata per lo svolgimento del servizio da parte di una delle tre ditte (la Ecologica Falzarano di Benevento) che avevano partecipato alla mini gara, inviata tramite lettera al Comune (al vice sindaco ed assessore all’Ambiente Francesco Silvestre, al segretario generale Giuseppe Alemanno, al RUP ingegnere Fantetti ed al dirigente all’Ambiente Gaetano Padula), in cui l’azienda, “a seguito di apprendimento da parte di organi di stampa locali di problematiche riguardanti la raccolta rifiuti sul territorio” ed in virtù del fatto che “l’azienda ha partecipato alla gara biennale in atto, comunica la sua immediata disponibilità”. Disponibilità che, vista l’emergenza e fermo restando il possesso dei requisiti, potrebbe essere valutata.
D’altra parte, con Ecologica Pugliese è ormai in corso un rapporto costellato di ricorsi che, puntualmente, il Comune perde. Pur di andare avanti nel servizio, l’Amministrazione accoglie temporaneamente i pronunciamenti del Tar, nella speranza che poi possa darle ragione in un secondo momento.
Ma è evidente che non si può andare avanti così, peraltro a suon di sanzioni. Sanzioni che, evidentemente, sono quelle previste dal capitolato speciale d’appalto approvato da Ecologica Pugliese nel momento in cui ha accettato le varie ordinanze contingibili ed urgenti. Tutto questo è andato più o meno bene, almeno sino a quando la raccolta differenziata si è mantenuta su soglie dignitose. Ma è diventato un disastro da marzo in poi, quando, cioè, la differenziata ha iniziato a precipitare, raggiungendo minimi storici pari al 21- 25% attuale. E’ evidente che questo comporta, da parte del Comune, l’applicazione di sanzioni ad Ecologica, così come stabilisce il decreto regionale che prevede una soglia di riferimento non inferiore al 58%. Se si è al di sotto, è l’Amministrazione ad incappare nella infrazione e, di conseguenza, a dover pagare.
Ed allora, poiché si sapeva perfettamente che i tempi della gara non sarebbero stati certamente brevi, prima di bandirla, il Comune, il 9 agosto scorso, ha prodotto una delibera con cui, sostanzialmente, diceva: “Bandiamo la gara, ma nel frattempo mettiamo sotto contratto Ecologica Pugliese”. Tanto più perché ad agosto un decreto regionale impediva, da quel momento in poi, le ordinanze contingibili ed urgenti, ‘costringendo’ ad indire gare biennali. Così, in ottemperanza a quel decreto, l’Amministrazione, con delibera, indice la gara, ma nel frattempo mette l’azienda sotto contratto. Ma Ecologica che fa? Prepara le carte e gli atti, ma dice al Comune che non avrebbe firmato se fosse rimasta la clausola dell’obiettivo del 58% della differenziata che l’avrebbe assoggettata a sanzioni. Ma l’Amministrazione non ci sta, tanto più perché se la ditta non paga le sanzioni, tocca farlo al Comune. Non solo. Poiché il contratto discende da un rapporto di ordinanze fondato da un capitolato speciale d’appalto che prevede il raggiungimento della soglia del 58% di differenziata, accettare le condizioni della ditta sarebbe stata una forzatura. Da qui nasce la mancata sottoscrizione del contratto che ha portato di fatto ad un rapporto che definire conflittuale è un eufemismo.
Ma i problemi non si fermano qui. Adesso c’è anche il problema del Durc (documento unico di regolarità contributiva, ovvero l’attestazione dell’assolvimento, da parte dell’impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti dei lavoratori) che si verifica periodicamente: ad oggi il Comune non ha ancora pagato ad Ecologica la fattura di novembre (riferita a ottobre) e non pagherà se il Durc non sarà regolare. Bene, sino a ieri sera il documento risultava ancora in corso di verifica da parte degli enti preposti (Inps, Inail ecc..). E nonostante le rassicurazioni da parte della ditta, l’Amministrazione deve ricevere ufficialmente l’attestazione dalla sua regolarità. Diversamente, non solo non può versare il canone ad Ecologica, ma men che meno potrà sostituirsi alla ditta nel pagamento degli stipendi ai lavoratori, così come è già successo per ben tre volte (ma sempre in presenza di Durc regolare e previo accordo in Prefettura, ndr).
Che dire? La situazione è ormai insostenibile. Forse sarebbe il caso di valutare seriamente la disponibilità offerta dalla Ecologica Falzarano di Benevento ad espletare il servizio ‘de quo’, tanto più che la ditta ha i requisiti richiesti dal bando cui ha partecipato. E atteso anche che l’altra azienda è la stessa Ecologica e la terza è, invece, esclusa dalla partenza.
Pamela Spinelli Direttore responsabile |