“Duello al sole” di Manuel Marsol

La copertina è già la locandina di un film: le atmosfere del libro sono tutte lì, salvo poi trarre maggiore consistenza e forza nei dettagli che fanno la storia delle pagine successive: il sole rovente, i colori del deserto, un serpente, lo scheletro di un bisonte, una balla di sterpaglia rotolante tra i cactus e infine due paia di piedi rivolti l’uno verso (o contro?) l’altro – ancora non è dato sapere. È chiaro l’intento di Manuel Marsol (illustratore e autore di Duello al sole, edito in Italia da Orecchio acerbo) di condurci nel vivo della storia a piccoli passi, a partire dai dettagli – tanto per cominciare, dagli irrinunciabili primi piani tipici del genere western, così capaci di cogliere fenomenologie intere dell’emozione e sussidiari completi di storia. Eccoli, dunque, l’indiano Tuono Tranquillo e il cowboy John Bill Arizona a fronteggiarsi nel desertico paesaggio dello Utah; eccolo un libro che si fa film e che intende accendere di curiosità gli occhi dei bimbi (e dei grandi) che lo percorrono con svariati colpi di scena, momenti di suspense e dialoghi che – nel loro essere scarni – paiono cifrare messaggi dal senso ben più che profondo. I nostri due protagonisti sono lì a sfidarsi a duello, opposti ai lati di un rigagnolo d’acqua che fa da limine ai loro mondi. Eppure, ogni volta che la situazione sembra sul punto di prendere la sua piega decisiva, ecco che qualcosa viene ad interromperli: un treno, un serpente, «un terribile rumore». E il tempo, nell’eterna insensatezza dello scontro e della violenza, passa, lascia fluire i giorni e le stagioni, genera l’oblio in grado di travolgere le ragioni di un conflitto. Quando c’è di mezzo un duello contro un uomo come noi, nulla è più logico del lasciarsi distrarre da una nuvola – per concordare, davanti al fuoco della sera, che sì: sembrava più un cactus gigante che una forchetta.

Diana A. Politano

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO