Dipietrangelo accetta la sfida ed apre al Pd: “Dico sì ad una grande coalizione di sinistra nel segno della discontinuità”

carmine dipietrangelo

BRINDISI – “Dal 2 di dicembre nascerà una nuova soggettività politica di sinistra che sarà presente nelle prossime competizioni elettorali non solo nazionali ma anche locali. Per questo progetto, io, come il consigliere regionale Romano, e assieme a tutti coloro che hanno aderito e rappresentano Art. 1 in provincia di Brindisi, stiamo lavorando e non potrebbe essere altrimenti. Insomma se divisioni ci sono state esse non hanno più ragioni di esistere. Le prevedibili scelte individuali, le collocazioni differenti già determinatesi in città, il percorso politico avviatosi hanno aiutato a fare chiarezza e a eliminare dubbi e inutili contrapposizioni. Altrettanto farà il lavoro comune che ci apprestiamo ad organizzare”.

Con queste parole, enucleate dal comunicato inviato agli organi di stampa, Carmine Dipietrangelo annuncia il superamento della spaccatura interna ad Art. 1, nata dal proposito del consigliere regionale Pino Romano di permettere a politici avversati nelle ultime consiliature di confluire all’interno del movimento. Adesso, secondo Dipietrangelo, tutto è rientrato in seno al circolo cittadino, in quanto alcuni politici locali interessati ad entrare in Art. 1 – e presenti alla convention tenuta da D’Alema alcune settimane addietro – hanno adesso rivolto il proprio sguardo verso il centrodestra, mentre altri, come Salvatore Brigante, hanno deciso di non candidarsi alle prossime elezioni. In realtà, all’interno del movimento è segnalata ancora la presenza di qualcuno che non si può considerare propriamente un’icona della discontinuità, ma è possibile che questi spontaneamente decida di abbandonare il progetto di Art. 1, o comunque di adeguarsi alla linea tracciata dal circolo cittadino.

Così, abbiamo voluto chiedere a Carmine Dipietrangelo, uno dei membri più rappresentativi di Art. 1 nel capoluogo, quale sia lo stato dell’arte e quale sia il senso delle sue affermazioni in merito ad una ritrovata collaborazione con Pino Romano.

“La strada che dobbiamo percorrere per la nascita del nuovo soggetto politico di sinistra è comune, ed in questo senso compiremo ovviamente dei passi assieme a chi rappresenta Art. 1 in consiglio regionale, ovvero Pino Romano. La storia ha fatto giustizia, ha tolto di mezzo gli ‘ingombri’, per cui adesso possiamo procedere spediti verso l’assemblea nazionale del 3 dicembre che vedrà la nascita della lista unica della sinistra italiana. Sul solco di quel percorso, per coerenza, ci impegneremo anche a Brindisi. Noi siamo chiamati a fare una traversata nel deserto: il progetto ha bisogno di pensieri e tempi lunghi per consolidarsi, pertanto, tutti quelli intenzionati a percorrere questa  strada, sono i benvenuti. Chi invece pensava che Art. 1 dovesse rappresentare un ombrello, una lista civica propedeutica ad altro, è rimasto deluso. Se in così poco tempo quelli che avevano detto di aderire ad Art. 1 oggi sono già piazzati in altri contesti, immaginate voi quando ci sarà da affrontare il deserto vero come avrebbero reagito, perché chi si impegna in questo progetto ha solo da rimetterci”.

Se in ambito nazionale Dipietrangelo pensa che una coalizione con il Pd sia impossibile ed inopportuna, in ambito locale, invece, la sua opinione cambia diametralmente, e ciò per una serie di ragioni ben precise: “Prendo atto degli sforzi compiuti dal Pd locale, e siccome – a differenza della legge elettorale nazionale, che è stata costruita per farsi soltanto del male – il meccanismo elettorale comunale consente invece di individuare il candidato sindaco, di effettuare il voto disgiunto e di fare coalizioni dove ognuno dà il suo contributo, ci diciamo interessati a stringere un rapporto con i soggetti più affini alla nostra collocazione di sinistra, come può essere il Pd. La condizione per concretizzare ciò è che tutte le forze di sinistra che stanno lavorando a questo processo di riunificazione, tra le quali rientra anche Brindisi Bene Comune, siano disponibili a dialogare con un Pd che a livello locale, in effetti, sta cercando di rinnovarsi. Se si dovessero creare le condizioni programmatiche, noi non imporremo nulla: l’importante è che si imposti una metodologia efficace e che si individui un candidato sindaco che possa coerentemente ed autorevolmente seguire le linee programmatiche, così da ridare un minimo di respiro alla città. So che Brindisi Bene Comune sta facendo un lavoro di ascolto per definire i punti programmatici, noi stessi abbiamo preparato delle schede in estate, ma nessuno deve avere la presunzione di pensare che le proprie proposte siano assolute”.

Ed a proposito delle sfide che attenderanno chi andrà a governare nei prossimi 5 anni, Dipetrangelo traccia i punti programmatici focali dai quali partire: “L’attuale assetto produttivo è in fase di esaurimento e di superamento: la scadenza del 2025 legata alla dismissione della centrale Enel va dunque vista come una sfida per traguardare un nuovo modello di sviluppo. Pertanto la questione lavorativa, quella economica e quella ambientale devono essere centrali nel programma che predisporremo: non possiamo riproporre ancora quel tipo di modello. Questa sarebbe l’unica risposta seria alle ammucchiate che si stanno ripresentando: quando parliamo di rottura con il passato non parliamo solo degli uomini ma anche di rottura rispetto ad un modello che ha portato la città a cullarsi su certezze che non ci saranno più. A tali sfide si risponde con quel coraggio e quel rigore che noi pensiamo di poter garantire, a differenza di chi pensa di rispondere a questa emergenza con i soliti personaggi e con le solite liturgie che stiamo vedendo in questi giorni“.

Se le trattative tra le varie anime della sinistra dovessero andare in porto, si porrebbe allora la questione della governabilità, che ha costituito un problema insormontabile per tutte le amministrazioni succedutesi negli ultimi lustri. Sul punto, però, Dipietrangelo ha un’idea precisa: “Abbiamo già pensato che chi si candida al consiglio comunale non dovrà mai fare l’assessore di questa città. Queste cose, in verità, le scrissi già due anni fa nel libro ‘Brindisi nel bene e nel male’; aggiungo goliardicamente che qualcun altro, adesso, mi ha copiato l’idea. Una volta per tutte dobbiamo far sì che prevalgano gli interessi della città rispetto ai micro-interessi dei consiglieri comunali, e con gli accorgimenti prima annunciati si potrà chiudere la porta ai portatori di voti”.

Carmine Dipetrangelo è un profondo conoscitore del Pd locale per averci militato per tanti anni. Adesso la sua sensazione è che qualcosa stia iniziando a cambiare al suo interno: “Se guardo all’attuale segreteria cittadina vedo persone con le quali si può ragionare: pertanto, se il Pd aderirà ai contenuti ed ai criteri da noi posti, penso proprio che ci sarà la possibilità di traguardare assieme gli obiettivi prefissati per la città”.

Infine, anche sulla possibilità di allargare la potenziale coalizione ai centristi, Diepietrangelo si mostra cautamente possibilista: “Anche qui, se i moderati vorranno contribuire con uomini e donne che hanno rotto con il passato e che si riconoscono in un programma di discontinuità, le alleanze, in quanto strumento politico, saranno ben accette. Se invece attraverso i moderati e le liste civiche dei moderati si vogliono riciclare persone che in altri luoghi non possono più stare, allora non è un discorso che possiamo accettare e ci aspettiamo che il Pd dia seguito ai suoi propositi di discontinuità con il passato e si impegni in questo senso”.

Andrea Pezzuto
Redazione

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