Da donna a donna: “Sindaco, se non sei in grado… poni fine a questa agonia!”

BRINDISI – “Se non è in grado di fare il sindaco, ne prenda atto e metta una volta per tutte fine a questa esperienza amministrativa. Gliene saranno grati i cittadini e forse qualche membro dell’attuale maggioranza che non riesce per sua stessa ammissione a presenziare alle sedute del consiglio comunale senza doversi allontanare in preda a conati di vomito”.

Lo afferma, in una nota, Rosella Gentile del Partito Democratico, assieme alle “Donne del PD” ed ai Giovani Democratici. Una nota molto dura, in cui la Gentile punta l’attenzione soprattutto sul mancato rispetto delle quote di genere in Giunta: “Il prefetto – si legge nel comunicato – rappresenta nel territorio provinciale lo Stato. E lo Stato grazie al benemerito intervento del Prefetto Vardé, con una comunicazione del 16 novembre u.s., ha detto a chiare lettere alla sindaca Carluccio che l’amministrazione da lei presieduta rischia lo scioglimento se non adegua la composizione della giunta alle direttive di Legge sulla parità di genere. In sostanza il fragile equilibrio tra le litigiose componenti dell’attuale maggioranza sta per saltare ancora una volta di fronte ad una disposizione tassativa del principale rappresentante della Repubblica sul territorio. A nulla è servito aver consultato preliminarmente l’illuminato staff di quattro esperti del quale si è circondata mentre il saggio garante della trasparenza parla di amministrazione ancora in fase di rodaggio. I primi 100 giorni di consiliatura sono però passati da un pezzo – prosegue la nota – e la sindaca ha affrontato il problema dell’immondizia solo facendosi filmare perplessa vicino ai cassonetti stracolmi mentre i disservizi della mensa scolastica ha cercato di fronteggiarli facendosi ancora una volta filmare intenta ad esaminare con la cuffietta in testa la dispensa della Markas. Per il gigantesco problema della Multiservizi non basterà una sua prossima visita con aria affranta al capannone ex-Saca (sede della compartecipata comunale) mentre in risposta alla lettera del Prefetto  potrebbe rivelarsi inutile programmare una lunga passeggiata tra le donne del mercato settimanale del giovedi. Va infatti spiegato alla sindaca – continua la Gentile – che quello a cui sta prendendo parte non è un “reality show” e che fare il primo cittadino non significa solo indossare fasce tricolori e tagliare nastri ma soprattutto affrontare i problemi seriamente e cercare di risolverli.  Se non è in grado di farlo ne prenda atto e metta una volta per tutte fine a questa esperienza amministrativa. Gliene saranno grati i cittadini e forse qualche membro dell’attuale maggioranza che non riesce per sua stessa ammissione a presenziare alle sedute del consiglio comunale senza doversi allontanare in preda a conati di vomito. Se invece l’istinto di conservazione della poltrona e la rivisitazione esasperata del manuale Cencelli dovessero prolungare ancora per un po’ questa agonia la invitiamo per l’ennesima volta ad istituire la “Commissione pari opportunità” la cui nomina  giace sulla carta da anni e che, come organo consuntivo, avrebbe potuto evitarle che si arrivasse alla lettera del Prefetto con tutto quello che ne consegue. Ringraziamo infine come donne del PD e come cittadine di questa città il prefetto Vardè per aver preteso il rispetto della Legge ed aver imposto di conseguenza la corretta interpretazione e valorizzazione del ruolo femminile nella politica locale”.

 

1 COMMENTO

  1. Ci sono tante amministrazioni locali in Italia che non rispettano nella composizione delle giunte, la legge sulla parità di genere, tuttavia non mi risulta che siano state sciolte…..come al solito i sapientoni del PD, pontificano a ruota libera….

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