Da Aristotele ad Amadeus: breve storia del maschilismo – di Gabriele D’Amelj Melodia

Di recente, personaggi di modesto calibro si sono resi protagonisti di maldestre gaffe ai danni dell’universo femminile. Ha iniziato il buon Amadeus, con quella improvvida uscita sulle compagne degli uomini illustri che devono stare sempre “un passo indietro”, poi è stata la volta del vecchio Zeman, il più titolato dei perdenti, il quale, a proposito del calcio rosa se ne è venuto fuori con l’infelice battuta “Le donne devono stare i n cucina”. Per non parlare di tale Junior Cally, al secolo Antonio Signore (sic!)che tempo fa rappò un ignobile testo violento e antifemminista che, tuttavia, non gli ha chiuso le porte sanremesi (“Ahi serva Italia, di dolore ostello…”). Ma ben altri e più pericolosi, sono stati i misogini nella storia dell’umanità. In estrema sintesi: per gli antichi greci le femmine di casa stavano sempre tre passi indietro l’uomo. Le figlie non andavano a scuola, quelle che rischiavano di divenire “vergini canute” potevano essere vendute come schiave, le mogli stavano“al telaio e al focolare. Aristotele sosteneva che l’uomo comanda e la donna è comandata, perché per natura è più debole e meno intelligente. Per Platone le gentili signore dovevano essere proprietà comune, animali da piacere sessuale e da riproduzione. Certo, nella sua “Politeia” ipotizza che le donne possano fare i medici e i guardiani della Costituzione, ma in altre opere viene fuori di netto la discriminazione e la subalternità femminile.

Nell’antica Roma le cose per le donne andavano un pochino meglio rispetto alle loro simili del mondo greco. Potevano studiare, uscire di casa, andare agli spettacoli pubblici. Il concetto della donna “naturalmente” inferiore, nato e sviluppatosi in Grecia, attraversa i secoli più o meno costante fino ai primi del ‘900. Per secoli la donna è considerata “costola” dell’uomo, femmina da riproduzione e da allevamento oppure esclusivamente di piacere, ma in ogni caso subordinata al potere maschile e priva di diritti fondamentali. Ovviamente le grandi figure di donne forti e indipendenti (Ipazia, Aspasia, Cleopatra, Artemisia Gentileschi, Olympe de Gouges, André Leo, Jeanne Schmahl, Anna Kuliscioff, Rosa Luxemburg, Louisa Alcott, Matilde Serao, Simone de Beauvoir ecc.) non cambiano la sostanza delle cose. In secoli di “dominazione maschile” anche in campo linguistico c’è discriminazione sessuale: le vocali più elementari sono femminili, le consonanti invece maschili; la forma attiva del verbo è maschia, la forma passiva femmina …

In pieno romanticismo un certo Josef Gorres formulò una teoria dagli strambi riferimenti cosmologici che attribuiva i maschi “natura spirituale, luce e libertà”, mentre al mondo femminile veniva riservata la sfera “materiale, gravitazionale e di necessità”. Anche negli studi psicanalitici e antropologici forte è l’impatto maschilista. Il nostro Cesare Lombroso, intorno al 1870, coniò la figura della “donna delinquente”: la donna è meno criminale dell’uomo solo perché meno forte e intelligente …
Per restare ai nostri tempi, negli anni 70 e 80 del 900 lo psicanalista tedesco Erich Neumann, di scuola junghiana, ha scritto numerosi trattati che, a suo parere, dimostrano la diversità delle strutture psichiche tra uomo e donna.

Il maschilismo di oggi, purtroppo evidenziato dai numerosi episodi di violenza contro le donne molti dei quali sfociano nella tragedia dei brutali femminicidi, ha le sue fondamenta nelle influenze di distorte teorie parascientifiche. L’approfondimento , l’analisi e il monitoraggio costante delle grave patologie culturali e sociali che stanno alla base di questi tristi fenomeni deve costituire un imperativo categorico per tutti colori che hanno responsabilità educative e di comunicazione. Famiglia, scuola, giornali e reti televisive non devono abbassare la guardia, informando e formando l’opinione pubblica, specie le nuove generazioni che rappresentano i cittadini di domani. Un appello finale a tutte le donne: boicottate e censurate con durezza ogni minima forma di maschilismo, compreso quello portato con ironia fuori luogo: anche questo è un virus che va isolato e debellato senza pietà.

Gabriele D’Amelj Melodia

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