Curto: “ Referendum disastro per Bruno sindaco, presidente e segretario”

euprepio curto

FRANCAVILLA FONTANA – Il consigliere comunale di “progetto per l’Italia” Euprepio Curto interviene sul referendum e, in particolare, su ciò che – a suo dire – ha rappresentato il suo esito per il sindaco della Città degli Imperiali Maurizio Bruno.

Di seguito il testo della sua nota:

La bocciatura della Riforma Costituzionale voluta fortemente da  Renzi  non può non indurre ad alcune riflessioni politiche  non necessariamente riconducibili al quadro politico nazionale. A Brindisi, in chiave provinciale,il  Si raggranella un misero  30,48%, risultato ben distante  non solo dal 40,27% nazionale, ma anche  da quello ottenuto nella altre province pugliesi. A Francavilla Fontana, città dove il renziano Maurizio Bruno è anche sindaco, oltre che Presidente della Provincia,il risultato è ancor più sconfortante per Bruno e i suoi: 28,91%. In buona sostanza, una vera e propria ecatombe politica.

Ergo, se il primo cittadino della città degli Imperiali crede per davvero a ciò che ha dichiarato ad alcuni organi d’informazione, e cioè di considerare rivoluzionarie le parole di Renzi (“Ho perso e me ne vado”) in un Paese in cui i politici che perdono non si assumono mai la responsabilità, non dovrebbe fare altro che essere conseguenziale e dimettersi  perché sconfitto sotto tre ben differenti profili: come sindaco, come Presidente della Provincia, nonché come Segretario provinciale  del Partito Democratico.

Comprendo le difficoltàche ha incontrato Bruno nell’affrontare una competizione elettorale ricca di temi giuridici, istituzionali e costituzionali per gran parte estranei al suo mondo. E, pertanto, comprendo pure che in tale circostanza egli abbia preferito mutuare l’atteggiamento di un vecchio Presidente del Consiglio – di cui ci ha parlato a lungo il compianto Indro Montanelli –il quale nel corso degli incontri internazionali, non essendo in possesso degli strumenti idonei per dialogare con gli altri leader, preferiva disertare i summit per rifugiarsi in lunghissime partite a scopone con qualche altro infelice suo pari.

La dea bendata che nel 2014 ne favorì la elezione a sindaco, assumendo le sembianze della travolgente onda lunga renziana, prima, e presentandosi sotto forma di  voto disgiunto, poi, pare  si sia scocciata di sostenerlo.

E siccome è notoriamente permalosa (la dea bendata), ove  eccessivamente sollecitata, potrebbe  vendicarsi reincarnandosi nel suo esatto contrario.

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