BARI – L’agroalimentare resiste alla crisi ed il numero delle imprese dell’artigianato alimentare rimane pressoché inviato. In occasione delle festività natalizie, aumentano i volumi di fatturato.

In Puglia, il settore dell’artigianato alimentare conta 6.510 imprese tra pasticcerie, panifici, pastifici, distillerie, laboratori per la lavorazione di prodotti lattiero-caseari, carni, frutta, ortaggi, pesce, oli, grassi vegetali ed animali. E’ quanto emerge da un’indagine del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia.

In particolare, il comparto più consistente è quello che raggruppa pasticcerie, panifici e gelaterie con 3.185 imprese, pari al 48,9 per cento del totale. Seguono i locali che vendono cibi da asporto. Ce ne sono 2.236. Rappresentano il 34,3 per cento del dato complessivo.

Le ditte che lavorano prodotti lattiero-caseari sono 373, cioè il 5,7 per cento del totale. I pastifici sono 314 e rappresentano il 4,8 per cento.

Le aziende che producono oli, grassi vegetali e animali sono 89, mentre quelle che fanno tè, caffè, cacao, condimenti e spezie 62.

Sono 50 le distillerie e le birrerie, 45 le imprese che trasformano le granaglie, 59 quelle che lavorano frutta, ortaggi e pesce. Appena 20 quelle che si occupano della prima fase di macellazione delle carni. Ci sono, poi, altri 77 produttori alimentari.

Cene e pranzi natalizi, dunque, saranno ancora all’insegna dei prodotti made in Puglia.

«I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – confermano la solidità del settore agroalimentare pugliese, in grado di resistere brillantemente alla prolungata crisi economica ed alla stagnazione dei consumi interni. Ciò è soprattutto merito di tanti piccoli imprenditori ed artigiani che sono riusciti a coniugare tradizione ed innovazione, legame con il territorio e apertura i nuovi mercati. Il periodo natalizio, poi, rappresenta per i pugliesi un appuntamento irrinunciabile con le nostre eccellenze culinarie.

Secondo Sgherza: sono moltissimi i consumatori, non solo nella nostra regione, ma in tutta Italia e nel mondo, che premiano il “Made in Puglia” alimentare, forte di ben 251 dei suoi prodotti annoverati all’interno del patrimonio culturale nazionale. Un vero e proprio tesoro che, come Confartigianato, siamo impegnati a difendere da contraffazioni, frodi e violazioni di legge: pericoli che crescono esponenzialmente in prossimità delle feste.

Eppure si può fare ancora di più. È sempre maggiore l’attenzione alla genuinità degli alimenti ed alle loro caratteristiche: gli artigiani dell’alimentazione non possono cullarsi sugli allori, ma devono continuare ad investire al fine di conservare e migliorare questo primato.

Proprio in questi giorni, ad esempio, sono entrate in vigore le disposizioni comunitarie in materia di etichettatura nutrizionale. Al di là degli obblighi, il fatto di garantire ai propri clienti un’informazione approfondita e completa sul contenuto dei prodotti anche sotto il profilo nutrizionale è sintomo di un’attenzione e di una cura che qualificano ulteriormente l’eccellenza del proprio lavoro».

La Puglia conta 251 prodotti agroalimentari tradizionali, pari al 5,1 per cento del totale nazionale (4.965). Quelli di qualità sono 18 sul totale italiano. In Italia si contano 288 prodotti agroalimentari di qualità a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea ed il nostro paese è al primo posto tra i 27 paesi europei che hanno ottenuto tali riconoscimenti, davanti a Francia (237 prodotti di qualità), Spagna (193), Portogallo (137) e Grecia (104) e vantiamo oltre un quinto (21,3 per cento) del totale dei prodotti di qualità europei censiti al 9 novembre 2016.

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