La Procura di Brindisi ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla presunta compravendita di voti avvenuta durante le elezioni amministrative del maggio 2023. L’indagine è emersa in seguito a un’operazione che ha portato all’arresto di cinque persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, estorsione, ricettazione e furto aggravato in concorso. Durante le indagini, gli inquirenti hanno scoperto un presunto sistema di voto di scambio in cui i voti sarebbero stati pagati 30 euro l’uno, con l’obbligo di fotografare la scheda elettorale all’interno del seggio come prova del voto assegnato.
Tra gli arrestati figura Vincenzo Corsano, detto “Chiavolla”, ritenuto il capo dell’organizzazione criminale che, oltre ai furti d’auto e alle estorsioni, avrebbe avuto contatti con una persona non identificata che gli avrebbe commissionato l’acquisto di voti in cambio di denaro. Al momento, non è chiaro chi siano i beneficiari politici di questo presunto sistema, né chi abbia ordinato la compravendita, ma sono già noti i nomi di coloro che avrebbero venduto il loro voto.
La questione ha spinto il consigliere del movimento 5 stelle Roberto Fusco a tenere nei giorni scorsi una conferenza stampa in cui ha lanciato la proposta di un patto per la legalità che impegni tutte le forze politiche a combattere il fenomeno del voto di scambio e altre forme di illegalità nel mondo della politica. Le forze di maggioranza hanno respinto la proposta definendola inopportuna “non serve alcun patto per applicare ciò che è già previsto dalle leggi vigenti”.