Come difendersi dal Mobbing sessuale (ma non solo)

Quando si parla di mobbing si è portati a collocarlo esclusivamente alle violenze e, alle successive criminali azioni, che possono verificarsi in ambito familiare. Naturalmente questo fenomeno è il più atroce fra i tanti possibili scenari.

mobbing

Non è però meno violento e disumano ciò che può verificarsi in un ambiente lavorativo. Ma le cronache ci riferiscono fatti avvenuti anche nell’ambito sportivo, dello spettacolo e nei banchi di scuola.

Anche se quest’ultimo fenomeno viene identificato come bullismo, la differenza dei modi con il quale viene messo in opera, non è poi tanto lontano dagli altri casi.

Personalmente conosco lavoratori, anche non propriamente dipendenti da imprese private, che assunti con determinate funzioni, proseguono la loro vita lavorativa senza ricevere, da anni, specifiche istruzioni sui compiti da svolgere. La mancata attribuzione di incarichi, pertanto, può comportare anche la costante emarginazione e marginalizzazione che fondamentalmente producono il mobbing.




Non è un caso che dette situazioni siano state in passato discusse nelle aule dei Tribunali. Un reiterato comportamento – attuato dai datori di lavoro – e proseguiti nel tempo, nei confronti di un singolo o più lavoratori, può essere giudicato lesivo per la salute e la sicurezza psico – fisica dell’individuo.

Fortunatamente nel corso della mia vita professionale, ho assistito, ad un solo comportamento irriguardoso – da parte di una mia cliente (donna!) – nei confronti di una dipendente dichiaratasi in stato interessante.

La titolare, italiana d’adozione e con nordiche mentalità, non riusciva a mandar giù la situazione, né tantomeno i miei consigli. Anzi, il suo comportamento divenne ancor più aggressivo al rientro dalla maternità della interessata. Conclusione: furono aperte le aule del Tribunale.

Ad ogni modo, tantissimi altri sono i comportamenti persecutori nei confronti di un lavoratore, come ad esempio: attribuire mansioni inferiori rispetto a quelle originariamente riconducibili al contratto di assunzione, sottrargli delle responsabilità ma anche, al contrario, affidargli mansioni che vanno al di sopra delle capacità personali; affidargli compiti senza fornire informazioni necessarie, ma sopra tutto, controllare un lavoratore a sua insaputa  con l’intento di danneggiarlo.

Le vittime del mobbing, in tantissimi casi oramai riconosciuti tali dalla scienza medica, denunciano depressioni, ansie, attacchi di panico, ipertensione arteriosa, mal di testa, difficoltà di deambulazione, debolezza e disturbi gastro – intestinali.

Ovviamente altra branca di scienza ha dovuto, negli anni, studiare e catalogare qualsiasi fenomeno che lo conducesse a definirlo Mobbing. Probabilmente nell’ambito lavorativo il più diffuso ha carattere verticale. Esso si verifica quando glia atteggiamenti ostili vengono esercitati da chi occupaposizioni più in alto. E’ stato invece definito orizzontale quando un pari grado mette in atto le azioni sopra descritte.

Gli apprezzamenti verbali offensivi sul corpo o sulla sessualità, richieste più o meno esplicite di rapporti non graditi, sguardi insistenti, ammiccamenti, messaggi indesiderati, contatti fisici indesiderati ma sopra tutto promesse esplicite di agevolazioni sul posto di lavoro sono oramai definite molestie sessuali, come logico intuirlo. Il mobbing, evidentemente subentra nell’attimo in cui i suddetti atteggiamenti non producano gli effetti sperati, costringendo l’autore, ad attuare comportamenti persecutori.

Cosa fare? Il Consulente suggerisce:

sul piano legale ci si può rivolgere agli sportelli sindacali – legali, nonché agli Uffici competenti quali ad esempio la Direzione Territoriale del Lavoro, Magistratura del Lavoro o Consigliera di Parità.

Qualora si ricorra in giudizio è fondamentale il giudizio medico che attesti l’esistenza di una determinata patologia riconducibile al contesto lavorativo.

Rag. Giancarlo Salerno

Via Giovanni XXIII n. 13/B

Cell. 347/6848604



LASCIA UN COMMENTO