Colpo Gobbo: “SU EMOZIONI, RAGIONI, REGIONI, LIBERTA’ E DIRITTI” – di Bastiancontrario

Capisco che, per la seconda volta, siamo in un periodo difficile che ci turba molto ma, proprio per questo, non dobbiamo allontanarci dal luminoso faro della ragione, se non vogliamo ridurci a “genti dolorose ch’hanno perduto il ben dell’intelletto”. Le tematiche correnti sono parecchie, cercherò di analizzare le più pressanti, spero con efficace sintesi.

1) Sentenze TAR Puglia: “Tot capita, tot sententiae”, dicevano i saggi della Roma antica, al pari dei nostri padri (“Tanta capu, tanta sintenze”). Regioni come la Toscana e il Veneto hanno un solo tribunale amministrativo, altre, come la Puglia, ne hanno due o più. Non sarebbe allora più opportuno che le regioni avessero una sola sede del TAR?

2) Non voglio banalizzare il delicato problema dei rapporti tra Stato e Regioni e delle relative competenze in materia sanitaria previste dalla legge costituzionale n.3 del 2001 che ha riformato il famoso Titolo V della Costituzione italiana, ma la questione può essere esaminata anche con il semplice strumento del buonsenso. Ovviamente non intendo neppure infilarmi in questioni prettamente dottrinali che esulano dalle mie competenze, tuttavia desidero esporre qualche riserva. Quella riforma parla di “ competenze regionali concorrenti”, e cioè “complementari”, in una sfera concettuale tesa alla messa a punto di un “federalismo solidale” e non certo di una tipologia di gestione in totale autonomia e “a strappo” che collide con ogni… ragionevole regionalismo illuminato (Il sonno delle regioni genera mostri). A maggior ragione in una contingenza straordinaria ed eccezionale come quella della pandemia da coronavirus. Ancora più a massima ragione in un periodo storico in cui è stato proclamato lo stato d’emergenza. Mi pare allora scontato che in uno stato d’emergenza conclamato e vigente, le decisioni più delicate ed importanti in ambito di tutela della salute nazionale siano assunte dallo Stato centrale e non certo dalle singole regioni, alle quali, in tali frangenti, dovrebbe essere assicurato solo il compito di normare e regolare aspetti inerenti l’organizzazione, la logistica e l’efficienza dei servizi, ecc. Detto questo, i cittadini avrebbero avuto egualmente la facoltà, prevista dalla legge, di ricorrere al Tar di propria giurisdizione(che, ripeto, è auspicabile diventi singolo per ogni regione), anche se resta assai improbabile che i giudici amministrativi avrebbero accolto simili ricorsi privilegiando il diritto allo studio anziché il sacrosanto diritto alla salute e alla vita (E anche qui ci viene incontro la consolidata saggezza popolare che recita “Meglio un asino vivo che un dottore morto”).

3) L’ultima notazione voglio riservarla ai cecchini seriali di fb. La libertà d’espressione è una cosa molto bella e nobile ma ha un vincolo: deve seguire alla prima fase, che è quella della libertà del pensiero. Però c’ è un piccolo problema: per esercitare questo diritto a tutto tondo c’è bisogno prima di averlo questo benedetto pensiero, elaborandolo con riflessioni congrue e articolate, per poi sottoporlo al severo giudizio finale della logica. Una volta superati questi step si potrà, infine, passare alla fase successiva, che è appunto quella dell’esplicitazione, della pubblicazione, possibilmente in forma civile, senza ricorrere a frasi perentorie, sprezzanti, magari impreziosite da qualche volgarità bella grassa. Lo so, i social inducono all’aggressione verbale spicciola e brutale ma dovremmo fare tutti uno sforzo di bon ton e darci una regolata. Se ce la facciamo, vi assicuro che  il profumo della libertà d’opinione e di confronto sarà ancora più intenso …

                                                                      Bastiancontrario     

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO