L’altra sera, al ristorante, il mio vicino di tavolo urlava ogni cinque minuti “Cameriereee!”, mentre io, come sempre elidevo il titolo ricorrendo a goffi richiami neutri del tipo “Scusiiii ….Senta …”, sempre col braccio disperatamente teso nel vano tentativo di attirare l’attenzione di quel folletto in gilet rosso che volava leggiadro tra un tavolo e l’altro, sordo a qualsiasi richiamo. Nell’attesa ho pensato “ Che strano, oggi non ci sono più spazzini, serve, becchini, manovali, guardiani di gabinetti (ma solo operatori ecologici, collaboratrici familiari, assistenti di post trapasso (alias pompisti funebri), operatori del laterizio, custodi servizi igienici) e poi invece ci sono i camerieri! Ma che brutto residuo di linguaggio antico e classista! Definiamolo più modernamente “assistente al desco, operatore di sala, suggeritore gastronomico o collaboratore di ristoro …”. Credo però che la migliore soluzione sia quella di chiamarlo confidenzialmente per nome, come si fa con i ragazzi dei call center, le cassiere dei supermercati e, qualche volta, con gli addetti agli sportelli postali e bancari. Propongo quindi ai proprietari di ristorante di dotare i dipendenti a contatto col pubblico di apposito cartellino riportante il nome di battesimo. L’unico problema è che, se un folletto di sala si chiama banalmente Antonio, quando qualche cliente urlerà il suo nome si volterà mezza sala.. Non resterebbe che ricorrere a nomi d’arte, come facevano le donnine dei casini d’antan, traboccanti di Moire, Luane, Fanny … Sì, i nostri ristoranti e le nostre pizzerie brulicheranno di Dodi, Viki e Rico …
Bastiancontrario
Divertente!?