Colpo Gobbo: “SCUSATE, I TANTI PROBLEMI MI RENDONO NERVOSO” – di Bastiancontrario

Non voglio parlarvi dei problemi legati alla pandemia, né della dolorosa vicenda del bilancio comunale o delle “spaccate” alle vetrine dei poveri commercianti, perché penso che su queste deprimenti notizie siate già informati. Vorrei piuttosto farvi riflettere sul fatto che tutte queste preoccupazioni finiscono per incidere sul nostro umore, o almeno sul mio. Nella mia scatola cranica si scatena un vero e proprio corto circuito e i tanti problemi mi devastano il sistema nervoso. Ed è per questo che finisco per essere intollerante a tutto, io che prima non lo ero nemmeno al glutine.
Le cose che non vanno sono davvero molte, ma quelle che più mi fanno andare in bestia sono 1) Il bankomat che non funziona. Tu arrivi nei pressi della Banca, fai una fatica della matonna a trovare un buco per posteggiare, magari di traverso. Scendi, ti avvicini alla porta girevole, entri, ti priesci perché non c’è fila e poi, avvicinandoti allo sportello malefico, finalmente capisci il perché del mancato assembramento e leggi “Servizio non attivo”. Dissonersti pervertiti, voi siete passivi almeno quanto sto bankomat della garzetta: E comu, co’ tanta sordi ca ni succhiate, nu putite mettere nu piccolo semaforo fora alla porta che, collu russu, vvisa li cristiani ca nun c’èti pila pi’ tutti? Carniali! Di peggio c’è solo lo sportello automatico che non è attivo “provvisoriamente” perché in quel momento è “in manutenzione da operatore.” Diffidate: il perfido operatore (certamente un nano, visto che riesce a infilarsi là dentro) ci metterà due ore per sistemare in bell’ordine tutti i tagli (50, 20 e 10 euro). Che poi sti bankomat, so troppo precisi, mai che impazziscano sfornando banconote a gogò come una slot machine! E per di più, se non ti sbrighi a sfilare le banconote, la fessura delle mamme loro si trasforma in bocca vorace di pianta carnivora e cerca di divorarti la mano! 2) La password. Mi riferisco a quella prevista per accedere a molti servizi online. Sono sicuro che c’è sadismo volontario ed efferato in coloro che danno istruzioni per compilare la “parola d’ordine” (quelli del gruppo “Salviamo la lingua italiana” così la chiamano: si farebbero torturare pur di non usare quel termine inglese che comincia con “Pass…”). La “Passera” non deve coincidere con l’User (che d’è?). Deve contenere almeno nove caratteri. Deve avere lettere maiuscole, minuscole, numeri e, dolce nel fondo, caratteri speciali. Ma la mente che detta queste condizioni deve essere perturbata assai! C’è poi un altro Ente che, se maisiasignore non ricordi la vecchia “parola d’ordine”, ti obbliga a richiederne un’altra. Quindi ti manda una passera provvisoria di otto lettere: quattro te le invia sul cellulare e altre quattro per mail. Ma dico, ci prendete per culo? Cosa devo custodire io, i piani di attacco nucleare del Pentagono? Io voglio soltanto vedere il cedolino della mia magra pensione, non i segreti militari o i conti di bilancio di Conte! Che dittatura è questa? Perché impormi tutta sta cautela e riservatezza? La passera è mia e me la gestisco come cacchio mi pare! La sicurezza è un problema mio, non di quei malati di cervello che impongono questi giochetti! Mi ribello, cazzatora, mi appello alla Costituzione e, se necessario, alla Convenzione di Ginevra e allo Statuto delle Giovani Marmotte, cribbio! E per questa domenica è tutto, andate in pace … E cercate di mettere un “mi piace” sennò me la prendo pure con voi!

Bastiancontrario

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