Non voglio fare il passatista a tutti i costi (anche se a me le passate di legumi strapiacciono), ma questa fissa delle ricette strambe e ricercate ha stufato! (bono anche quello). Le nostre mamme cucinavano da dee avvalendosi solo degli ingredienti e delle spezie a chilometro zero, ora le nostre donne, se non usano almeno un pizzico di zafferano, due di topioca e tre di curcuma, sono out! Quando sfogliamo un Magazine e ci imbattiamo in una ricetta, subito iniziamo a leggerla con entusiasmo ma poi, man mano che andiamo avanti, la nostra euforia si spegne. “… aggiungere un cucchiaino di cumino, unire il zimch (o il kiwano) a fettine e spargervi su una manciata di daikon grattato…”. Che stress, che frustrazione, che capperi sono ste cose sconosciute! Dove li vado a pescare! Una volta che domandai a Uccio, quello coll’ape sottocasa, se avesse del coriandolo, subito mi replicò beffardo ” Dottò, coriandolo?? E c’è stamu a Carnivali!”.
L’altro giorno mia moglie, inebriata di tv, mi ha detto “Ah, se vai al centro trovami del fonio in chicchi, un chilo di eddo e tre Lime ché voglio fare na ricetta di Benedetta Parodi”. “Non se ne parla nemmeno – ho risposto gelido – oggi mangiamo pasta aglio, olio e peperoncino”.
Da qui è partita la mia crociata contro l’esotico: reagiamo tutti a queste mode snob boicottando gli ingredienti esotici. Proprietari di tutto il brindisino unitevi, ribellatevi e inondate le nostre tavole di spunzali, ravanieddi, pampasciuni e pipi amari!
Bastiancontrario