Maurizio Bruno

“Da Attanasi gravi insulti alle centinaia di francavillesi che hanno scelto di esercitare il proprio democratico diritto a candidarsi. La partecipazione è una benedizione, non una ‘gara riprovevole’.”

La superbia, la spocchia e la vanteria ostentata in questa campagna elettorale da alcuni protagonisti di una certa coalizione,sono ormai diventate il riconosciuto marchio di fabbrica di quella stessa coalizione: e questo, a dire la verità, ci interessa fino a un certo punto. E’ un loro problema, e probabilmente si renderanno conto di quanto un simile boria non faccia proprio impazzire l’elettorato, solo a urne chiuse.

Diventa però un problema di tutti quando il candidato sindaco o consigliere (non si è capito ancora) Domenico Attanasi, vantando per l’ennesima volta le mirabolanti qualità sue e dei suoi candidati, va a insultare tutti gli altri.

Noi non ci permettiamo minimamente di dare un giudizio sulla qualità delle persone che hanno scelto di candidarsi con lui e Denuzzo. Per noi sono tutte brave persone dal primo all’ultimo. E li rispetteremo tutti, dal primo all’ultimo.

Lo stesso rispetto, questo sì, lo pretendiamo anche per i nostri candidati, che come i loro sono francavillesi, sono uomini e donne di questa città, persone animate da buoni propositi, dalla voglia di spendersi per Francavilla e di vivere un ruolo da protagonisti della democrazia in questa avventura elettorale. Tutti ne hanno diritto: avvocati e operai, ricchi e poveri, vecchi e giovani, laureati e diplomati, portatori di voti e portatori del solo voto della moglie o del fratello. Tutti.

Il fatto che lui non stia riuscendo, a una settimana dalla scadenza, nemmeno a riempire la terza lista, non significa che nelle altre coalizioni che hanno successo, che sono arrivate completarne tre di liste, o quattro o perfino cinque, ci siano dei “riempilista” come li definisce lui.

Chi è lui per stabilire se una persona è un riempilista oppure no? Chi è lui per dare patenti e dire tu sei un candidato vero e tu sei falso? Chi è lui per parlare di “gara riprovevole” e di “proliferazione eccessiva di candidature”? Chi lo stabilisce il numero accettabile delle candidature? Lui? Vuole lanciare le elezioni a numero chiuso? E come ci si prenota, di grazia? E il numero, lo decide sempre lui?

La democrazia, caro Attanasi, è partecipazione. La partecipazione è un valore, non una “gara riprovevole”. La “proliferazione di candidature” è ciò a cui dovrebbero puntare tutte le democrazie sane, non il contrario.

Noi, e parliamo per noi, siamo abbastanza certi che Attanasi non parlasse di noi, visto che come noto le nostre liste le abbiamo completate più di un mese fa, e se un problema lo abbiamo avuto, al massimo, è stato l’esatto opposto.

Ma ci sentiamo di intervenire a tutela di tutti i candidati consiglieri, nostri e dei nostri avversari, che non meritano di essere insultati da nessuno. Se Attanasi e i suoi sono convinti che i soli a poter ambire a diventare classe dirigente debbano essere i ricchi, i laureati, possibilmente ben vestiti e con uno studio professionale avviato, e che tutti gli altri cittadini debbano essere dei sudditi adoranti, allora Attasi e i suoi continuino pure a pensarla così. Ma la smettano di insultare gli altri. Parlino di idee e di proposte. Che poi chi merita e chi non merita, lo decideranno i cittadini. Se ne faccia una ragione.

 

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