Che fine hanno fatto l’interrogazione di D’Attis sulla dividente demaniale e il Piano della Costa?

BRINDISI – Lo scorso 20 luglio l’On. Mauro D’Attis, attraverso una nota stampa, rendeva partecipe la cittadinanza rispetto a un’interrogazione al Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti in merito alla situazione della dividente demaniale marittima di Brindisi. D’Attis scriveva: “È noto ormai da troppo tempo come l’azione delle mareggiate lungo la costa del litorale nord del territorio comunale di Brindisi abbia, di fatto, cancellato aree demaniali marittime per lunghi tratti di esso, con la conseguenza diretta che la dividente demaniale vigente, in alcuni tratti, si trovi addirittura in mare. A causa di ciò viene spesso vietata qualsiasi possibilità di intervento pubblico finalizzato alla riqualificazione costiera in termini di suo maggiore godimento, per il fatto che le aree antistanti il mare sono di proprietà privata”.

“Al fine anche della migliore possibilità di pianificare nuovi lidi, risulta necessario, dunque, – aggiungeva D’Attis – provvedere alla demanializzazione delle aree interessate al fenomeno e ora appartenenti a privati e conoscere quali e quanti provvedimenti abbia promosso in tal senso il locale comando della capitaneria di porto, atteso che, ad una richiesta pubblica di informazioni formulata nel 2015 dal gruppo consiliare di Forza Italia di Brindisi, non è stata data adeguata risposta. Il Ministro ci dica se è a conoscenza della singolare situazione giuridica della maggior parte delle aree del tratto di costa appartenente al comune di Brindisi a nord del suo centro abitato e se intenda fornire una dettagliata illustrazione sulla natura dei provvedimenti promossi dal locale comando della capitaneria di porto in termini di delimitazione e, dunque, demanializzazione delle aree suddette. E se, in caso di assenza di questi provvedimenti, ritenga di dover assumere iniziative affinché il suddetto comando provveda all’attivazione del procedimento ex articolo 32 del codice della navigazione o se non ritenga di ricorrere direttamente ove ne esistano le condizioni, alla dichiarazione di pubblico interesse ai sensi di quanto disposto dall’articolo 33 del codice della navigazione”, concludeva D’Attis.

Come richiamato da D’Attis nell’interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Toninelli, infatti, sono gli artt. 32 e 33 del Codice della Navigazione quelli di riferimento in queste vicenda.

Il primo riserva un ruolo di iniziativa al capo del compartimento marittimo, e quindi alla Capitaneria di Porto: “Il capo del compartimento, quando sia necessario o se comunque ritenga opportuno promuovere la delimitazione di determinate zone del demanio marittimo, invita, nei modi stabiliti dal regolamento, le pubbliche amministrazioni e i privati che possono avervi interesse a presentare le loro deduzioni e ad assistere alle relative operazioni. Le contestazioni che sorgono nel corso della delimitazione sono risolte in via amministrativa dal direttore marittimo, di concerto con l’intendente di finanza, con provvedimento definitivo. In caso di accordo di tutte le parti interessate il provvedimento del direttore marittimo dà atto nel relativo processo verbale dell’accordo intervenuto (2). Negli altri casi il provvedimento deve essere comunicato, con i relativi documenti, al ministro per la marina mercantile, il quale entro sessanta giorni dalla ricezione può annullarlo con suo decreto, da notificarsi, entro i dieci giorni successivi, agli interessati per tramite del direttore marittimo. In caso di annullamento, la risoluzione in via amministrativa della contestazione spetta al ministro per la marina mercantile, di concerto con quello per le finanze. Nelle controversie innanzi alle autorità giurisdizionali, la tutela dei beni demaniali spetta esclusivamente al ministro per le finanze”.

Il secondo, invece, nei casi di riconosciuto pubblico interesse, affida direttamente un ruolo decisorio al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti: “Quando per necessità dei pubblici usi del mare occorra comprendere nel demanio marittimo zone di proprietà privata di limitata estensione e di lieve valore ad esso adiacenti, ovvero i depositi e gli stabilimenti menzionati nell’art. 52, la dichiarazione di pubblico interesse per l’espropriazione è fatta con decreto del ministro per le comunicazioni (1) di concerto con il ministro per le finanze. Il decreto costituisce titolo per l’immediata occupazione del bene da espropriare. (1) Ora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti”.

Che fine ha fatto l’interrogazione di D’Attis dunque? L’importanza della risoluzione della vicenda è solare, così come sono immaginabili gli interessi che vi ruotano attorno, con i proprietari dei terreni prossimi alle aree demaniali fagocitate dal mare che adesso temono un esproprio, mentre in passato avevano sperato in un cambio di destinazione d’uso degli stessi.

Per venirne a capo sarà fondamentale il lavoro di tutti gli attori, ovvero dell’On. D’Attis, del Comandante della Capitaneria Canu, del Ministro Toninelli, del Comune di Brindisi e dei Consiglieri regionali brindisini.

Accanto a questo, non si hanno notizie sul redigendo Piano della Costa, che negli scorsi mesi era stato oggetto di vari commissariamenti di Comuni inadempienti. Nel corso di un’intervista nel giorno della sua presentazione, l’assessore Borri dichiarò che la questione del Piano della Costa non avrebbe richiesto grossi sforzi per essere chiusa in poco tempo, a oltre 8 mesi da quella dichiarazione, però, tutto tace.

Andrea Pezzuto

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