E’ troppo bello svegliarsi tardi la domenica mattina e invece del caffè, sentire quell’ odore di fritto…quelle polpette calde calde…e quel sugo rosso rosso…. Le polpette, quelle pallottole generalmente a base di carne, appetitose, profumate, fritte o al sugo, hanno origine nella cucina delle nostre tanto amate nonne. E invece, leggendo e documentandomi, cosa scopro??!!!
L’origine delle polpette è ben più antica,addirittura risale ad Apicio, celebre cuoco della Roma Imperiale; ma è soltanto nella seconda metà del XV secolo che troviamo traccia del termine “polpetta“ nel Libro de Arte Coquinaria del Maestro Martino da Como. Una preparazione simile arriva nella Mantova barocca; grazie al cuoco di corte, Bartolomeo Stefani, che ci racconta infatti di un impasto in cui la carne trita veniva unita a lardo, aglio, formaggio, uva passa, ricotta, pane ed altri ingredienti.
La vera ricetta delle polpette nasce da Pellegrino Artusi che nel suo libro “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” ( XIX secolo ), indicò per la prima volta dosi ben precise e preparazione con una ricetta scritta. Diverse sono le versioni delle ricette per la preparazione delle polpette, nella cui composizione viene generalmente usata la carne, impastata con uova, formaggio, pane raffermo, aglio e prezzemolo; nel tempo questo piatto ha raggiunto grande notorietà.
Non me ne voglia Pellegrino Artusi, ma mia nonna preparava delle polpette inimitabili, talmente buone da far felice tutti i suoi nipoti ad ogni pranzo o cena, tonde e perfette come solo un piatto pieno d’amore può essere, ancor più se legato al passato e al ricordo di una persona che fisicamente non c’è più ma che rivive nella memoria del ricettario di famiglia, come nelle migliori tradizioni.
Aggiungerei al contenuto dell’articolo, perfetto ed esaustivo, “li brascioli”………….che fanno piatto unico con le “purpetti”per i brindisini DOC.