Caso-Raggi, Matarrelli: “I nodi vengono al pettine…Poniamoci il problema che ciò possa accadere al Governo”

toni matarrelli
Toni Matarrelli

ROMA – Di seguito un intervento dell’onorevole Toni Matarrelli sul caso – Raggi:

Caso Raggi, la lettura mi sembra abbastanza chiara. Alla sindaca di Roma, per una sorta di contrappasso dantesco, stanno capitando le sventure già accadute (ed in qualche modo auspicate, o procurate) ad Ignazio Marino. Che era, plausibilmente, una persona onesta, né più e né meno della Raggi, ma che era, più o meno come la Raggi, sufficientemente inabile ad amministrare una realtà complessa come quella della Capitale. Così oggi la prima cittadina romana subisce il medesimo trattamento occorso al suo predecessore, ingiusto per l’entità del linciaggio, ma interessante se si vuole individurare il nocciolo del problema. Il tema è quello antico ma sempreverde delle qualità necessarie alla gestione della cosa pubblica. Va bene l’onestà, ci mancherebbe pure, ma in combinato disposto con le competenze. Se si insiste ad assecondare questa ondata populista (quella che si eccita al grido di «Onestà, onestà!», ma che non si pone altre e più articolate questioni), restiamo ad un punto morto. A me sembra evidente che la situazione data – quella di un’Italia impaludata, in grave crisi di rilancio da un lato e di certezza dei diritti dall’altro – abbia bisogno di un ritorno alla politica. Nel senso, ovviamente, di capacità di interpretazione della complessità dei problemi, dell’analisi e della sintesi di soluzioni possibili, della visione (come tale lungimirante) di un immediato futuro. Il groviglio romano era stato, credo, già abbondantemente previsto da Grillo e dal gruppo dirigente a 5 Stelle. Tanto che temevano di poter vincere le elezioni a Roma e di doverla governare per forza. Da qui, la scelta di candidare una figura presentabile ma debole come quella di Virginia Raggi, che pure, complice la disgustosa situazione pregressa, è riuscita a conquistare il Campidoglio. Oggi i nodi vengono al pettine, e siamo già all’impasse dopo pochi inutili mesi di amministrazione. Poniamoci il problema che ciò possa accadere su una scala più grande, per il Governo dell’Italia.

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