BRINDISI – Dopo l’inchiesta realizzata da newSpam lo scorso 24 marzo (https://www.newspam.it/lidl-siamo-sicuri-che-la-licenza-sia-a-norma-intanto-mentre-il-piccolo-commercio-muore-il-comune-rilascia-autorizzazioni-per-altri-centri-commerciali), nella quale esprimevamo forti dubbi – carte alla mano – rispetto alla regolarità della licenza rilasciata dalla Amministrazione comunale alla Lidl,  questa mattina alle ore 12,00 la Guardia di Finanza è stata a Palazzo di Città.

Gli uomini delle Fiamme Gialle sono andati dal Segretario Generale Salvatore Giuseppe Alemanno per chiedere tutte le carte relative all’iter seguito dalla Amministrazione per il rilascio delle autorizzazioni. Carte che sono state poi chieste dallo stesso segretario all’Ufficio Attività Produttive e che sono state consegnate ai militari.

Ricordiamo che dopo il nostro articolo era intervenuto prima il capogruppo di Alternativa Popolare Teodoro Pierri e successivamente anche il presidente della Confesercenti Brindisi Simona Petrosillo per chiedere l’accesso agli atti presso gli Uffici dell’Assessorato alle Attività Produttive per fare luce sulla vicenda che presenta diversi punti oscuri.




Ma cosa era emerso dalla nostra inchiesta? Il 24 marzo scorso facemmo notare come, nel Piano del Commercio che fu approvato con delibera n. 66 di Consiglio comunale del 6 agosto 2013 (e che disciplina proprio la possibilità di realizzare nuove medie strutture di vendita, nel settore alimentare e misto, e nuove medie strutture nel settore ‘no food’, ndr), emergeva un dato importante e, cioè, che “il calcolo delle superfici di medie strutture di vendita di tipo alimentare misto eventualmente attivabili nel territorio del Comune di Brindisi, anche con riferimento al più ampio bacino commerciale del circondario, restituisce una impossibilità assoluta di nuovi insediamenti di questo tipo”.

Sempre nel Piano del Commercio, alla pagina 88, si leggeva anche che “già in sede di valutazione della consistenza commerciale era apparso chiaro che la concentrazione di medie strutture di vendita del tipo alimentare e misto, risultava piuttosto ipertrofica, sia in riferimento alla dotazione di servizio per i consumatori che in riferimento all’indice di equilibrio commerciale tra medie strutture di vendita ed esercizi di vicinato di tipo alimentare e misto”. Ragion per cui il Consiglio comunale aveva sancito di “non procedere ad autorizzazioni di nuovi insediamenti di medie strutture di tipo alimentare e misto di tipo M2 ed M3”.

Ma cosa è accaduto, invece? E’ successo che Lidl ha acquistato due licenze di vicinato da 250 metri. In che modo? In data 22 luglio 2015, l’azienda ha chiesto autorizzazione per una licenza M1, da 600 metri quadrati, e l’ha ottenuta in data 11 aprile 2016, rilasciata dal Comune di Brindisi – Settore Attività Produttive. Successivamente, ovvero in data 24 agosto 2016, Lidl ha chiesto un’altra autorizzazione, con richiesta di accorpare due esercizi di vicinato, unendo, cioè, due SCIA da 250 metri quadrati alla precedente autorizzazione da 600 metri quadrati. Di fatto, eludendo la legge e diventando per ‘magia’ un M2.

E proprio in riferimento ai famosi due esercizi di vicinato, va detto che entrambi si trovano al rione Casale: il primo in via Ammiraglio Cagni 27, il secondo in via Ruggiero Flores 22, quasi attigui. Il dubbio sorge spontaneo: oltre alla illiceità di poter accorpare esercizi di vicinato per ricavarne un M2, siamo certi che fossero entrambi da 250 metri quadri?

Evidentemente anche la Guardia di Finanza ha ritenuto di dover accendere un faro su questa storia.




Pamela Spinelli
Direttore responsabile

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