Casa del Popolo: “La residenza è un diritto e deve essere riconosciuto a tutte e tutti!”

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BRINDISI – «Le persone senza fissa dimora o senza tetto sono spesso anche senza residenza. Tale assenza della residenza comporta il non avere un indirizzo, non poter ricevere la posta, non poter trovare assistenza presso gli uffici pubblici, non poter essere destinatari di sussidi, non potersi iscrivere nelle liste di collocamento e di altri servizi pubblici […] rendendo sempre più difficile percorsi di integrazione nel tessuto sociale. Tale problema riguarda cittadini italiani e stranieri […].

[…] per garantire il diritto-dovere alla residenza, i Comuni sono tenuti a iscrivere al relativo Registro Anagrafico i cittadini che ne facciano richiesta, anche qualora abitino in dimore improprie, inidonee, non autorizzate o non conformi alle disposizioni urbanistiche.

[…] si chiede l’istituzione della residenza anagrafica virtuale verso le persone “temporaneamente in difficoltà” quali i senza fissa dimora, richiedenti asilo, le vittime di tratta, le vittime di violenza […]»

Questo è un estratto di una mozione presentata nel 2014 dall’allora consigliere comunale Riccardo Rossi e che venne approvata all’unanimità dal consiglio comunale; avrebbe dovuto permettere «l’iscrizione anagrafica in VIA FRANCESCO FERSINI N.1 a tutti i cittadini, – italiani e stranieri, che abbiano dimora abituale nel territorio del Comune, indipendentemente dalla natura della loro dimora […].»

(http://www.comune.brindisi.it/zf/index.php/atti-amministrativi/delibere/dettaglio/atto/G5mpNekTBPT0-A )

Nonostante nella delibera si dichiarasse il provvedimento immediatamente eseguibile, a oltre quattro anni di distanza non è ancora applicato ed è impossibile per chi non abbia una residenza poter essere registrato all’anagrafe.

Lo stiamo riscontrando, come attivist* della “Casa del Popolo”, da quando stiamo cercando di supportare nelle pratiche burocratiche alcuni lavoratori migranti del dormitorio, sia tra gli assegnatari del posto letto, a tutt’oggi non esiste un elenco che li riconosca, che tra i cosiddetti “esuberi” che non hanno trovato collocazione negli sprar della provincia, in conseguenza dello sgombero del 21 febbraio scorso.

Persone (!) costrette, tra l’altro, a perdere giornate di lavoro nei campi, e quindi di quel minimo di sostentamento, per recarsi presso gli uffici addetti a vedersi riconoscere un diritto, tornando indietro ogni volta a mani vuote.

Riccardo Rossi ora è sindaco di Brindisi, ma sembra avere dimenticato questa mozione!

Lo sollecitiamo dunque fortemente a dare seguito alle sue stesse azioni e a rendere realmente possibile, per chiunque viva a Brindisi, la registrazione presso l’anagrafe comunale e poter usufruire finalmente dei diritti fondamentali che ne conseguono.

La “Casa del popolo” Brindisi

(Potere al popolo, Rifondazione Comunista, La Collettiva TFQ – Brindisi)

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