Recentemente si è posto l’attenzione su fattori psicologici della qualità del sonno. Si è visto che ad esempio tra i principali fattori predisponenti di un sonno disturbato c’è l’ansia e la depressione spesso non riconosciutea cui si aggiungono i ritmi di vita frenetici.

In particolare, il bruxismo, che consiste nel serrare e stringere i denti (digrignare) in modo ripetuto prevalentemente di notte, ma anche di giorno o per tutto l’arco della giornata, ha un’intensità anomala ed è involontario. Le arcate dentarie normalmente non si dovrebbero mai toccare, perché la mandibola, come tutto il resto del corpo, è soggetta alla legge di gravità e in fase di riposo dovrebbe rimanere leggermente piegata verso il basso, tenendo in tal modo i denti discosti.

Questa contrazione involontaria della muscolatura provoca emicranie o cefalee, dolore a viso, collo, spalle e torace, sonno disturbato e sensazione di stanchezza al risveglio. Spesso sono presenti anche sintomi come sudorazione, diminuzione della libido o tachicardienotturne.

Tra le cause secondo alcune ricerche è il dormire a pancia in sotto o su di un fianco, facendo gravare il peso di parte del corpo su di un lato, sbilancia la mandibola e i denti si trovano a spingere contro gli antagonisti ad ogni deglutizione inconscia. Ma soprattutto sono le condizioni di elevata tensione emotiva, di nervosismo o stati d’ansia, rabbia inespressa, personalità iperattiva, uso di antidepressivi e droghe, caffeina e alcolici, disfunzioni del sistema nervoso, come il morbo di Parkinson.

Sembra che fattori psicologi sommati ad un carattere impulsivo, possano incentivare il bruxismo; in particolare l’ansia, la mancanza di autocontrollo o uno stato emotivo perennemente triste peggiorano la situazione. In tutti i casi si nota una scarsa capacità di problemsolving e fronteggiamento delle situazioni nuove psiacevoli. Il riuscire a trovare diverse alternative ad una situazione improvvisa e spiacevole può aiutarci a risolvere non solo il problema in sé ma anche ottimizzare il nostro stile di vita. Influisce tanto anche il riuscire a focalizzare le situazioni senza calarci completamente dentro e subito: saper fronteggiare un episodio di vita spiacevole significa viverlo appieno, ma anche lucidamente e con serenità trovare un modo per alleggerirlo, anche se non doverosamente risolverlo. Sicuramente ne troveremo appagamento nella situazione stessa, e nella gestione delle altre. È un circolo che si autorinforza: riuscendo a stare sereni la nostra mente è pronta anche a fronteggiare nuove situazioni trovandone la soluzione o il lato più positivo possibile, e quindi dormire meglio. Se la nostra mente è offuscata dalla rabbia e dall’ansia, potremo apparentemente non esprimerla e poi di notte dormire male.

Lo stress ed il nervosismo dovuti ai dolori muscolari e alle palpitazioni notturne possono incentivare tantissimo il sonno successivo, scatenando il bruxismo e non permettendo una riposante notte.

Un rimedio è il bite: una mascherina che, posta fra le due arcate dentali, protegge lo smalto dei denti e favorisce un riallineamento mandibolare, riducendo al contempo gli effetti del bruxismo. In più alcune tecniche psicologiche cognitivo-comportamentali si sono rivelate piuttosto efficaci nell’insegnare a portare l’attenzione sui denti allentando questa forma di attenzione, insieme ad un corretto stile di vita possono aiutare, con buona probabilità,  a risolvere il problema.

Rita Verardi – psicologa e psicoterapeuta

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