BRINDISI – Da Turigliatto a Bersani e D’Alema: cambiano i protagonisti ma non la sostanza. A più di 8 anni di distanza dalla caduta del Governo Prodi per mano dei dissidenti interni alla sinistra, si ripropone lo stesso scenario, con Renzi costretto ad abdicare proprio per mano di quelli che avrebbero dovuto essere i suoi alleati. Corsi e ricorsi storici di una sinistra che dopo la caduta di Prodi aveva deciso di reinventarsi sotto le sembianze del PD, partito che aveva in essere l’intenzione di staccarsi dalla frangia estrema e di collocarsi un po’ più al centro, raccogliendo i cosiddetti ‘moderati’. Tuttavia, ciò non è bastato ed anche Renzi è stato risucchiato nella spirale di quei personaggi che aveva promesso di rottamare e che, invece, sembrano essere più vivi che mai.
Una sconfitta è una sconfitta, c’è poco da fare, però se è vero che il 59% degli italiani ha di fatto sfiduciato Renzi (e non osiamo immaginare a quanto sarebbe arrivata la percentuale se le matite usate per votare fossero state indelebili…), è vero pure che il restante 41% ha confermato la fiducia all’oramai ex premier. Già, proprio quel 40% di gradimento che Renzi aveva raccolto al suo insediamento attraverso le “Europee”. Ora, dopo una sconfitta è giusto ed ammirevole lasciare il passo ai vincitori, però vi sono da fare altre due considerazioni, oltre a quella testé accennata. A differenza degli scorsi referendum di questo secolo, quello di ieri è stato il primo ad essere supportato dal Governo in carica, ed in un momento in cui il voto anti-sistema dilaga nel mondo occidentale (vedi Brexit, Trump, ‘Grillismo’ ed estremismi vari), il 41 % racimolato da Renzi non solo è fisiologico, ma può essere considerato un apprezzabile risultato.
Scendendo dal generale al particolare, va analizzato il dato del capoluogo brindisino. Alle urne si è recato il 59% dei brindisini (contro l’oltre 68% nazionale) ed il NO ha prevalso con un inequivocabile 72% (contro il 59% nazionale). Tale ultima percentuale è stata tra le più alte d’Italia, basti pensare che a Catania, la città con la percentuale più alta di NO, si è registrato un 74,5%.
Fa piacere che i brindisini abbiano un così accentuato spirito critico verso chi governa. Peccato solo che questo dato cozzi con la rielezione della quasi totalità dei personaggi che hanno amministrato la città nella scorsa legislatura, finita anzitempo con l’arresto del sindaco e con indagini tutt’ora aperte, riguardanti praticamente tutti i gangli della vita amministrativa della città. E peccato soprattutto che i brindisini non sappiano dire di NO con altrettanta forza a situazioni come quella verificatasi ieri, quando 25 autisti della Stp sono stati nominati scrutatori per il voto referendario, costringendo la società di trasporti pubblici a ridurre le corse anche per la giornata odierna (e sì, perché potranno godere anche del giorno di riposo suppletivo). Intanto, a casa, ci sono stuoli di giovani brindisini disoccupati, costretti alle ‘ferie forzate’, molti dei quali, magari, avranno votato No alla riforma costituzionale ma dicono SI a questo stato di cose da quarto mondo.
A Brindisi, però, tutto gira all’inverso, ed accade che il consigliere Sergi, facente parte della commissione elettorale (assieme ai colleghi Pisanelli ed Epifani) e, per coincidenza, autista della Stp, non solo non venga reso oggetto di una reprimenda da parte del Sindaco, ma anzi venga premiato con una delega speciale all’Emergenza abitativa, materia per la quale il consigliere si è sempre speso molto.
In un periodo dove la sovranità, di fatto, non è nemmeno nazionale ma sovranazionale, gli enti locali hanno le armi spuntate ed incidono davvero poco sulle sorti delle loro comunità. L’unico compito concreto che spetta ad un sindaco è quello di indicare la giusta via ai suoi cittadini, ergendosi ad esempio della rettitudine, a baluardo della legalità, insomma, dando l’esempio e riempiendo di contenuto il termine ‘Primo cittadino’.
La Carluccio, purtroppo, sta palesando limiti caratteriali tali da renderle impossibile il compito di incarnare il ruolo di guida di cui ha bisogno una comunità alla sbando come quella brindisina.
Allora, cari concittadini, impariamo a dire di NO anche alle cose che davvero ci rubano il futuro.
Andrea Pezzuto Redazione |