BRINDISI – Da Palazzo di Città trapela la notizia che nei prossimi giorni sarà operativa la Ecologia Falzarano, la nuova ditta che si occuperà del servizio di nettezza urbana. In realtà, il Comune non ha ancora stipulato il contratto con la ditta campana ed i tecnici comunali non hanno ancora effettuato i sopralluoghi ed i controlli tecnici del caso. Certo, per aggiudicarsi il bando la Ecologia Falzarano, seppure unica partecipante alla gara biennale, ha dovuto astrattamente rispettare i requisiti richiesti dai tecnici comunali. Tuttavia, in passato si è già assistito a clamorosi colpi di scena: prova ne sia quanto accaduto con la ditta Aimeri, la quale nel 2014 si aggiudicò il bando semestrale indetto dall’Amministrazione Consales, salvo poi risultare inadeguata al servizio per alcune carenze tecniche palesate in corso di accertamento. Il tutto, quando già la ditta aveva trasferito a Brindisi tutti i suoi mezzi. L’Aimeri, prima di partecipare alla gara brindisina, fu coinvolta in Sicilia in una brutta faccenda di infiltrazioni mafiose, comparendo addirittura nella relazione della Commissione Antimafia.

Scampato questo pericolo, alla luce dei fatti, ai brindisini non è andata poi tanto meglio, poiché la seconda in graduatoria di quel bando era la Ecologica Pugliese: è sotto gli occhi di tutti l’inefficienza dimostrata da tale ditta, che ha portato la città ad annegare in un mare di rifiuti.rifiuti san benedetto

L’Ecologica Pugliese noleggiava i propri mezzi dalla Ecogest, ditta di Casarano, territorio al centro di numerose indagini in materia di reati ambientali ed infiltrazioni mafiose. Nota di colore che nulla dimostra: la pagina facebook della Ecogest può vantare i like di cognomi importanti, quali Rosafio e Scarlino, che hanno gestito per anni il business dei rifiuti nel Salento attraverso le loro ditte, le quali sono state oggetto d’informativa Antimafia e successiva interdittiva.

Nei giorni scorsi sui mezzi di Ecologica si è visto un altro marchio, ovvero quello della Ecoservice, ditta della provincia di Latina. Interessante il giochino messo in piedi dal titolare di tale ditta – Walter Vernucci – in alcuni comuni campani: secondo le indagini del gennaio 2016, infatti, la Ecoservice avrebbe noleggiato i mezzi ad un Consorzio di rifiuti campano imponendo un prezzo molto più alto rispetto a quanto dovuto.

Tali elementi sono stati riportati solo per informare su quanti espedienti malavitosi si possano celare dietro il business dei rifiuti e per mettere in luce come, a volte, le ditte di nettezza urbana siano solo pedine in mano ad altre ditte che vi gravitano attorno.

Facendo una veloce ricerca su internet, si scopre che la ditta campana che a breve (?) si occuperà dei rifiuti brindisini ha a proprio carico soltanto un’indagine per reati ambientali, legata allo scarico di rifiuti illeciti in un’isola ecologica che il Comune di Capua diede in gestione alla ditta stessa. Detta alla Checco Zalone: un reato ambientale, mafioso o legato alla corruttela, per una ditta che si occupa di rifiuti, nel 2017, ci sta. falzarano

Brindisi non è mai stata molto fortunata nelle relazioni con la Campania. Si ricorderà, ad esempio, quanto accaduto con la discarica di proprietà della Formica Ambiente, facente parte della galassia dell’imprenditore campano Cerroni, le cui aziende sono state soggette ad infiltrazioni della Camorra. Tale discarica nel 2009 fu sequestrata perché oggetto di indagini per smaltimento illecito di rifiuti pericolosi; nel 2014, a seguito del dissequestro, è stato richiesto il permesso per raddoppiarne la volumetria. La suddetta discarica è considerata la cugina di quella di Pianura – di proprietà sempre di Cerroni – dalla quale partì il filone di Gomorra per lo sversamento illecito di rifiuti di tutti i generi.

La connection, purtroppo, non termina qui, perché anche la Slia – ditta che ha operato a Brindisi nel campo dei rifiuti – appartiene alla galassia di Cerroni, ed in quel periodo operava contemporaneamente a Napoli. Nel capoluogo di regione campano, però, incappò in un’informativa antimafia e venne sostituita dalla Enerambiente, il cui Amministratore delegato era, manco a farlo apposta, l’avvocato brindisino Giovanni Faggiano, coinvolto nella tangentopoli brindisina e poi arrestato nel 2012 per presunta estorsione e corruzione quando era ancora Amm. delegato della Enerambiente.

Insomma, pare proprio che il business dei rifiuti goda di anticorpi resistenti a qualsiasi tentativo di bonifica, che ne permettono la continua proliferazione. Si spera che con l’avvento della Ecologia Falzarano si possa recidere questa connection che sta strozzando ed ammorbando come un cancro il nostro territorio.

La speranza è l’ultima a morire: ci resta solo quella.

 

Redazione

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