BRINDISI – “La polemica di ieri tra Legambiente ed il Commissario Prefettizio, in ordine ai dati pubblicati dal Sole24ore sulla qualità dell’aria a Brindisi – che la collocano tra gli ultimi posti nella classifica nazionale – nasconde il reale problema dell’inadeguatezza del sistema di monitoraggio della qualità dell’aria nella nostra città”.

Lo scrive, in una nota, Giovanni Brigante di Art. 1 MDP che prosegue: “I dati forniti dall’Arpa negli ultimi anni attraverso le centraline per la qualità dell’aria mostrano un rispetto dei limiti di legge dei macroinquinanti misurati. Tuttavia, sono indubitabili le criticità con riferimento sia alla localizzazione delle centraline, alla gamma di inquinanti misurabili, sia alla misura di microinquinanti pericolosi ad oggi non monitorati con continuità. Lo Studio  Forastiere  ha rilevato eccessi di mortalità generale e per alcuni tumori, nonchè eventi sanitari in relazione alle distanze di residenza dall’area industriale o in relazione all’innalzamento di alcuni inquinanti atmosferici,così come peraltro denunciato da alcuni cittadini alla locale Procura della RepubblicaCiò evidentemente fa emergere l’importanza di una analisi non solo quantitativa ma anche qualitativa delle polveri. Destano preoccupazione i dati disponibili relativi alle malformazioni neonatali ed ai tumori della pleura. Come messo in evidenza dai dati delle emissioni riportati, nella città di Brindisi si registra un elevato carico emissivo di diversi inquinanti molti dei quali con effetti cancerogeni (tonnellate di ossidi di zolfo, ossidi di azoto, particolato, metalli pesanti, benzene, IPA etc). Più che chiedere una precisazione al sole24ore sulle cause del declassamento di Brindisi, è necessario potenziare i controlli sulle emissioni in aria, acqua e suolo. Riguardo al monitoraggio in aria, data la complessità degli scenari emissivi, sarebbe necessario aumentare la distribuzione di sensori di Benzene, PM2.5 e IPA in considerazione delle emissioni industriali, ed effettuare campagne di misura di PM1 e nano particelle. Sono necessarie campagne diffuse di campionatori passivi, che coinvolgono gli abitanti delle aree circostanti della zona industriale, nonché l’i centraline o la realizzazione di campagne di monitoraggio, che includano anche microinquinanti. Sul tema della tutela dell’ambiente e della salute è necessaria una rottura con schemi e pratiche del passato ed attuare ogni iniziativa idonea a scongiurare pericoli per la salute dei Brindisi. I dati del Sole24ore richiedono azioni concrete e non proteste inconsulte”.

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