Birgitta (PRI): “Un Patto per lo sviluppo di Brindisi attraverso un programma d’area integrato”

La proposta lanciata dal nostro Capogruppo Consiliare Gabriele ANTONINO di una azione coordinata delle forze politiche, imprenditoriali, professionali e sociali che conduca alla sottoscrizione di un Patto per lo sviluppo di Brindisi ci sembra lo strumento migliore per far riprendere alla nostra città un percorso virtuoso di crescita.

Del resto Brindisi ha già dimostrato in passato di saper trovare forti momenti di coesione politica e sociale che hanno consentito la realizzazione di interventi coordinati sul nostro territorio, capaci di consentire il superamento delle crisi congiunturali con cui periodicamente la nostra città si trova a doversi misurare.

Intendo riferirmi, in particolare, al Patto territoriale di Brindisi del 1997 che vide coinvolti ben 12 comuni ed una partecipazione attiva della locale Confindustria oltre che delle Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL.

Obiettivo del Patto territoriale di Brindisi era il rilancio occupazionale, economico e sociale in un’area che, allora come oggi, registrava una grave crisi, favorendo percorsi di crescita del territorio attraverso iniziative di promozione industriale, valorizzazione delle risorse umane e potenziamento delle infrastrutture di supporto alle attività economiche.

All’epoca i principali settori di intervento furono l’industria, con una attenzione particolare al segmento della chimica e della plastica, l’agroalimentare e le attività connesse al porto.

Il Patto prevedeva inizialmente 42 iniziative imprenditoriali, con una occupazione prevista di circa 500 unità, di cui solo 12, purtroppo, furono poi effettivamente realizzate.

Altro esempio di intervento coordinato fu il Patto territoriale per l’agricoltura ed il turismo rurale della provincia di Brindisi, approvato dal Ministero delle Attività Produttive nel 2002, che vide come soggetto gestore la Camera di Commercio ed il coinvolgimento di tutte le Associazioni del mondo agricolo oltre che della Confindustria e delle Organizzazioni Sindacali e del Parco Scientifico e Tecnologico PASTIS-CNSRM.

In questo caso furono 116 le iniziative imprenditoriali inizialmente previste, di cui 110 effettivamente realizzate.

L’obiettivo era quello di diversificare i processi colturali in atto anche con l’introduzione di processi innovativi nella raccolta dei prodotti e nella loro trasformazione.

Non meno importante, quanto alla capacità dimostrata dal territorio di trovare momenti di grande coesione politica e sociale, fu l’Accordo di programma per l’attuazione coordinata dell’intervento nell’area di crisi industriale di Brindisi, sottoscritto il 2 agosto del 2006 tra il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero del Lavoro, la Regione Puglia, Sviluppo Italia e Confindustria Brindisi ma che vide la partecipazione attiva anche degli Enti Locali e delle Organizzazioni Sindacali.

In questo ultimo caso obiettivo dell’Accordo era quello di fornire risposte adeguate, in termini economici ed occupazionali, alla grave crisi che aveva colpito il comparto della chimica a Brindisi con la chiusura degli impianti EVC e DOW.

Ci sembra che sia nuovamente giunto il momento per dar vita ad una azione coordinata di crescita del territorio.

Tanto più che oggi vi è anche un chiaro riferimento normativo che può agevolare la sottoscrizione del Patto.

Intendo riferirmi alla Legge Regionale n. 63 del 22 dicembre 2017 che ha introdotto i “programmi d’area integrati” proprio con lo scopo di definire programmi complessi e coordinati per valorizzare aree caratterizzate da particolari situazioni di difficoltà sul piano economico, sociale ed ambientale, includendo interventi di valorizzazione, riqualificazione e recupero di porzioni di territorio o attività dismesse.

Riteniamo che questo possa essere lo strumento utile per il rilancio di Brindisi a condizione che siano coinvolte tutte le forze politiche e i principali attori in campo economico, professionale e sociale.

Tra l’altro la definizione di un Patto per Brindisi, attraverso lo strumento del programma d’area integrato, consentirebbe di poter sfruttare al meglio l’inclusione della nostra città nella Zona Economica Speciale Adriatica ma anche rappresentare una occasione per favorire finalmente la valorizzazione delle vocazioni agricole e turistiche del nostro territorio.

Il Segretario Cittadino
(Vito BIRGITTA)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO