«Barocco Festival Leonardo Leo»: La nordica bellezza delle Cantate di Bach

FASANO – Il «Barocco Festival Leonardo Leo», rassegna internazionale di musica antica, fa tappa a Fasano venerdì 7 settembre, alle ore 21, nella Chiesa del Purgatorio. Titolo del concerto «Nordiche sonorità», un programma dedicato ai tratti bachiani omaggiando Leonardo Leo, con brani legati a cantate e corali che oggi sono andati perduti ma che nel XVII e XVIII secolo erano comunemente utilizzati nelle composizioni di musica sacra e non. Si ascolterà una rara esecuzione del mottetto leano «Nautes in navis sine remo». In scena l’«Ensemble Artemisia».

«Artemisia» come Artemisia Gentileschi, una donna speciale, una femminista ante litteram, una pittrice che si impose come artista in un mondo dominato dagli uomini: nei suoi quadri mise la sua rabbia e il suo orgoglio. «Fu un talento – ha detto Barbara Ferrara, una delle più note oboiste italiane –, una forza strepitosa; la prima che ebbe il coraggio di denunciare chi l’aveva stuprata e di continuare a dipingere, ad amare, come dire a vivere. Eppure si era nella prima metà del XVII secolo. Il nome dell’ensemble vuole essere anche un omaggio a una sonorità italiana». Ma anche le fastose sonorità di Bach, nel loro splendido equilibrio fra modi maggiori e minori, contrasti tematici e blocchi accordali, tratteggiano bene il paesaggio musicale congeniale all’ensemble. Il concerto si apre con il mottetto a voce sola e basso continuo «Nautes in navis sine remo», per poi presentare un programma ininterrottamente bachiano.

L’oboe d’amore, l’oboe da caccia, il violoncello piccolo a quattro corde, il violoncello a cinque corde, ma anche il violone con l’organo positivo – che costituiscono il fulcro su cui è imperniato il programma – sono le tessere di un’idea che mette in luce un gusto e una ricerca sonora che oggi si è smarrita. Il percorso bachiano comincia con una sinfonia (per oboe d’amore e viola da gamba) dalla Cantata BWV 76, composta a Lipsia nel 1723 ed eseguita il 6 giugno dello stesso anno con libretto ispirato a testi di Martin Lutero.

Ma rispetto al terzo ciclo composto da Bach per Lipsia nel 1726, con arie che procedono da profumi struggenti, strazianti per orientarsi verso una distensione e una gioia sempre maggiori, la più originale è la Cantata BWV 49, definita «Dialogus» perché indaga il dialogo tra l’anima e Gesù: il programma propone l’aria «Ich bin herrlich», per soprano e violoncello piccolo. Segue l’aria per soprano «Ach, Bleib’ bei uns», dalla Cantata BWV 6, l’oratorio pasquale con cui Bach estende la preghiera all’umanità che supplica il Signore di non lasciarla nell’ora del crepuscolo. E ancora un’aria dalla Cantata BWV 1, per soprano, oboe da caccia e basso continuo, che Bach compose nel 1725 alla luce della concomitanza dell’Annunciazione con la Domenica delle Palme. Chiude la serata il corale «Gloria se dir gesungen», ultimo coro della cantata BWV 140, quella preferita da Papa Ratzinger, ispirata alla parabola evangelica delle cinque vergini sagge e delle cinque vergini stolte.

Le Cantate erano vera e propria musica liturgica. Riempivano lo spazio tra le letture della messa e l’omelia. Con Lutero erano un semplice inno. Ma nel Seicento si svilupparono nella forma che fu poi quella di Bach: con organo e orchestra, con coro e solisti, con corali, recitativi, duetti.

Il testo della Cantata prendeva spunto dalle letture della messa del giorno, specialmente dal Vangelo. Facendone oggetto di intima meditazione spirituale, con tratti anche poetici. Le Cantate offrono un dipinto illuminato dell’universo sacro bachiano: «Suonare Bach è come tuffarsi in un paesaggio sottomarino di spettacolare bellezza – ha detto recentemente John Eliot Gardiner, direttore d’orchestra inglese fondatore degli English Baroque Soloists –, solo gli abissi sono in grado di rappresentare l’inimitabile magia sonora bachiana, con la sua varietà di colori, la nitidezza dei contorni, la profondità armonica e la fluidità dei movimenti e i ritmi sottostanti».

Venerdì 7 settembre ore 21.00 – Fasano, Chiesa del Purgatorio

NORDICHE SONORITÀ

Indelebili tratti bachiani ed un omaggio a Leonardo Leo

Ensemble Artemisia

Cristina Fanelli soprano

Barbara Ferrara oboe, oboe d’amore, oboe da caccia

Gianlorenzo Sarno violoncello piccolo a 5 corde, violoncello piccolo

Gioacchino De Padova viola da gamba, violone

Gaetano Magarelli organo portativo

 

 

 

 

 

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