BRINDISI – Si terrà sabato 22 e domenica 23 c.m., dalle 9,00 alle 13,00 in Corso Umberto I° angolo Corso Roma, nei pressi del negozio “Limoni”, un banchetto informativo sulle ragioni del NO al referendum con il quale il PD e i suoi alleati di governo pretendono di cambiare, a nostro modo di vedere in peggio, la Costituzione Italiana.
Gli organizzatori del banchetto, – il “Comitato per il NO Sovranità Popolare” voluto dai militanti di Azione Nazionale, con in prima fila il Coordinatore provinciale Cesare Mevoli, il “Comitato lavoratori per il NO” voluto dalla Unione Generale del Lavoro con il suo Segretario Territoriale Ercole Saponaro, e il “Comitato Liberi e Sovrani con un No alla Riforma Costituzionale” che fa riferimento al Movimento Noi con Salvini, che vedrà la partecipazione del neo Coordinatore Provinciale Paolo Taurino ed i suoi militanti, – distribuiranno materiale informativo e si intratterranno con i passanti in un’opera di controinformazione diretta, lamentando la assoluta mancanza di informazione sulle reti nazionali e private di notizie , se si escludono gli spot voluti dal Governo e che sembrano veicolare nei confronti del si la pubblica opinione.
I NOSTRI 5 NO
1. NO perché è una riforma illegittima nelle sue fondamenta.
E’ stata infatti approvata da un Parlamento illegittimo, su spinta di un Premier nominato e non eletto, e senza rispetto della democrazia parlamentare. Il Parlamento è formalmente illegittimo perché derivato da una legge elettorale dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale, in quanto il premio di maggioranza ne ha alterato la rappresentatività. Ed è anche un Parlamento sostanzialmente irrispettoso delle regole della rappresentanza elettorale, in quanto composto da membri (nello specifico 130 deputati e 114 senatori) che hanno più volte cambiato la loro appartenenza ai gruppi parlamentari, passando dall’opposizione al sostegno della maggioranza.
2. NO al nuovo Senato, che non riduce i costi della politica ma riduce solo il diritto di scelta dei cittadini
La Riforma non abolisce il Senato. Sostituisce i senatori con consiglieri regionali e sindaci, soggetti la cui elezione ha una valenza molto diversa per ambito territoriale e competenze. Senza considerare che poi che il doppio incarico di queste persone inevitabilmente inficerà la qualità e l’efficienza dello svolgimento di entrambi i compiti e comporterà comunque reiterati ed estesi costi di trasferta da tutto il territorio nazionale. Si è stimato che la riduzione dei costi di questo Senato sia irrisoria, e che per ottenerla bastava una riduzione del 10% dello stipendio degli attuali senatori. Pertanto quello che si riduce davvero non è il costo per lo Stato, ma il diritto dei cittadini di scegliere in una libera elezione non avente carattere locale. Se si fosse voluto procedere davvero ad una razionalizzazione dei costi e alla riconfigurazione del sistema bicamerale, le scelte dovevano certo essere diverse, riducendo il numero di deputati e senatori e differenziando in modo complementare le funzioni delle due Camere. Il Nostro NO è pertanto un NO a questa ipotesi di riforma del Senato, ma è un SI a una riforma seria del sistema bicamerale, condotta nell’alveo della democrazia parlamentare.
3. NO ad un sistema che limita la sovranità popolare
Con questa riforma il Popolo non solo non potrà più scegliere i senatori, ma con la nuova legge elettorale “Italicum” non avrà potere decisionale nemmeno sulla Camera. I 2/3 dei deputati, infatti, saranno scelti col meccanismo dei capilista bloccati, ognuno dei quali potrà candidarsi in 10 circoscrizioni, determinando non solo la propria elezione ma anche scegliendo coloro che potranno subentrare al suo posto. Così sarà lui, a decidere chi far eleggere e chi sacrificare… ovviamente a seconda del livello di fedeltà al capo partito. Gli elettori potranno solo prendere o lasciare. Inoltre vengono notevolmente elevati i quorum per la presentazione di legge di iniziativa popolare, riducendo drasticamente non solo l’esercizio di un diritto, ma anche l’efficacia dell’unico strumento di democrazia diretta esistente in chiave propositiva e partecipativa (i referendum sono ancora solo abrogativi).
4.NO alla tirannia della minoranza
Dal momento che la nuova legge elettorale “Italicum”– direttamente collegata alla Riforma costituzionale di Renzi – prevede il premio di maggioranza alla singola lista, alla Camera il partito più votato, anche se rappresenta il 25% dei votanti,può arrivare ad ottenere il 55% dei seggi. In questo modo una minoranza diventa la maggioranza e mette nella mani del leader del partito vincente (anche con pochi voti) la regia di tutte le scelte fondamentali che la Camera deve fare, quali l’elezione del Capo dello Stato, dei componenti della Corte costituzionale e del Csm.
5.NO alla finta riforma del rapporto Stato-Regioni
Nella pratica la Riforma Renzi non riconduce affatto i poteri delle Regioni ad una regia unica al servizio dell’interesse nazionale. Costruire il nuovo Senato sulla base della rappresentanza regionale e comunale, senza una chiara distinzione delle competenze, significa aumentare la conflittualità istituzionale e il degrado dell’autorità statale e nazionale. Con aumento dei costi di funzionamento delle istituzioni e appesantimento burocratico a danno dei cittadini e delle imprese.
Il nuovo Senato dominato dalle Regioni, inoltre, avrà potere legislativo sull’attuazione delle decisioni derivanti dall’Unione europea, ovvero sul fronte più importante e delicato per la difesa della nostra sovranità nazionale e per il nostro sviluppo economico e sociale.