BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento di Adriano Guadalupi, Componente Comitato Portuale in Rappresentanza di Fedespedi, in riferimento all’incontro tenutosi nei giorni scorsi presso l’Asi di Brindisi:

Dalla lettura del Vostro articolo apparso l’altro giorno in merito alla riunione voluta dal Presidente dell’ASI Domenico Bianco per l’Area Logistica Integrata connessa allo sviluppo del Porto e dell’area Industriale di Brindisi  questo è quanto al momento il risultato per il Porto di Brindisi voluto dai nostri superiori e mi permetto di farne un sunto per come, da operatore portuale e componente del Comitato Portuale,  la interpreto:




Il Presidente dell’ASI del territorio di Brindisi, Domenico Bianco, ha toccato con mano che cosa vuol dire lottare per riportare a giusta dimensione il piano regionale dei trasporti scritto per intero per favorire la terra di Bari. Lo scenario di questi “tavoli” tecnici regionali e locali è quasi sempre lo stesso: parlare, esporre, dare lezioni  sul futuro e sulle varie opportunità di sviluppo di una Regione come la Puglia nell’orizzonte di un’Area Logistica Integrata. Tutto chiaro fin quando non si comprende che si parla di altri progetti e non di quello – la piastra logistica dell’ASI di Brindisi – . Progetto voluto con forza dalla Regione Puglia – protocollo del 2012 –  per poi essere escluso dal Governo Renzi dai finanziamenti statali. Anzi da più parti si sottolinea che l’area industriale di Brindisi, con il suo porto e retroporto non hanno bisogno di una piastra logistica per una intermodalità integrata rete per collegarsi con l’interporto di Bari.  Anzi dai vari interventi si nota che un “piano operativo” del porto di Brindisi lo hanno già approvato a Bari. Infatti, per il Prof Pirro, Brindisi merita per via dei flussi merceologici mobilitati dall’area e instradati da/per il porto e da considerarsi con una dimensione internazionale (per il ministero il porto di Brindisi è solo ‘comprehensive’ e formalmente non ‘core’; mentre Bari e Taranto sono core anche con numeri nettamente inferiori). Quindi per il prof Pirro, per non commettere gli errori passati (rigassificatore), Brindisi non dovrebbe escludere il progetto della A2A. Poi, per l’ing. Mega, con le sue analisi di macroeconomia portuale, formula piani portuali di rinunzia per Brindisi alla funzione container e ai suoi traffici. Dice “grazie” al comitato portuale trascorso per aver rinunziato al piano industriale di Grimaldi per traffico ro-ro continentale europeo per favorire Taranto che, per l’esperto Mega,  è già infrastrutturata (non è al corrente che almeno occorreranno altri due anni e più a detta del ministro De Vincenti la settimana scorsa). Tutto questo dimostra la non conoscenza della portualità di Brindisi, visto che Grimaldi già opera da diversi anni su Brindisi e sono già attivi i collegamenti con i Balcani grazie ad armatori locali. Anzi Brindisi deve ritornare alla mono funzione portuale, quella energetica per impinguare le casse della neo AdSP e quella dei ro-ro che non è al momento dato di sapere quali. Per concludere, a noi spettano solo le “chiacchere” fra operatori. Le altre piastre logistiche saranno finanziate dagli italiani, mentre quella di Brindisi con investimenti privati. Carissimo, Presidente dell’ASI, Bianco, a Lei la responsabilità di impegnarsi a non farsi degradare nella dignità e nel rispetto di porto polifunzionale e di vera “porta” da/per l’Europa e da/per l’Oriente, quale è quello di Brindisi, importante anche e soprattutto per l’intero comparto industriale della zona messapica e del basso Salento.

Personalmente sono fiducioso della nomina del Professore Ugo Patroni Griffi a Presidente della APdS che saprà ricucire e sviluppare quello che è giusto e sensato fare.




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