La rete di monitoraggio interna della centrale Versalis è inadeguata e inaffidabile. Lo ha detto il direttore generale dell’Arpa Bruno intervenendo nella seduta congiunta delle commissioni regionali. Al centro dei lavori la situazione dell’impianto all’indomani del blocco delle attività, successivamente ritirato, per sforamenti di benzene ed intolleranti emissioni odorigene. In due relazioni datate novembre 2019 il dottor Bruno ha ricordato di aver lanciato l’allarme sull’inefficenza delle centraline di rilevamento. Ma, fatto ancor più grave, l’impianto è fuori dal controllo dell’Arpa Puglia per assenza di convenzione col gestore. Un’anomalia considerando che l’Aia nazionale, il nulla osta ambientale, obbliga le verifiche di agenzie pubbliche riconosciute su siti ad alto rischio inquinante. Di qui la richiesta di rivedere l’aia della Versalis inserendo il vincolo di gestione del monitoraggio in collaborazione con altri organismi nazionali. Bruno ha poi sollecitato l’ingresso dei suoi esperti nel gruppo di lavoro della Versalis che sta studiando soluzioni innovative sui controlli. Durante la seduta si è parlato pure dell’incidenza dell’inquinamento sul coronavirus. Una correlazione emersa in alcuni studi riguardanti la Lombardia, ma che ora potrebbe dare indicazioni alle aree di crisi pugliesi. L’Arpa, infatti, parteciperà allo studio nazionale Pulvirus con altri istituti del calibro di Enea, Istituto superiore della sanità e Ispra.