Archivio di Stato di Brindisi: domenica 8 ottobre apertura straordinaria

BRINDISI – Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha indetto per domenica 8 ottobre la manifestazione nazionale “Domenica di Carta” promuovendo l’apertura straordinaria di Archivi e Biblioteche statali, un appuntamento che ogni anno si rinnova per avvicinare adulti e bambini alla ricerca di fonti dirette e per far conoscere anche i “monumenti di carta”, patrimonio imponente e ricco al pari dei musei, conservato in splendidi luoghi di cultura.

Per questo evento, l’Archivio di Stato di Brindisi sarà aperto la mattina di domenica 8 ottobre dalle 9,00 alle 13,00 e il pomeriggio dalle 16,30 alle 20,30. Sarà possibile visitare la mostra documentaria e fotografica dal titolo La guerra del vino realizzata da Alfredo Polito e Valentina Pennetta, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Brindisi e l’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea di Bari. Si ricostruiscono le proteste di piazza delle popolazioni e degli agricoltori delle province di Brindisi e Lecce, avvenute nel settembre del 1957 a causa del crollo del prezzo dell’uva da vino, a cui seguì l’uccisione di tre giovani il 9 settembre a San Donaci durante gli scontri con le forze dell’ordine. Alle ore 18.00 dopo gli indirizzi di saluto di Francesca Casamassima, direttore dell’Archivio di Stato, i curatori della mostra e del volume Alfredo Polito e Valentina Pennetta presenteranno il loro lavoro, illustrando la ricerca condotta sulle fonti documentarie e fotografiche. Saranno inoltre esposti, in originale, i documenti dell’Archivio di Stato conservati nei fondi archivistici Prefettura – Gabinetto, Tribunale di Brindisi – Archivio Generale Penale, Questura – Divisione II. Di particolare rilevanza e pregio i rilievi tecnici della Scuola Superiore di Polizia – Servizio indagini tecniche, corredati da un ricco dossier di foto eseguite il 15 settembre 1957 nei paesi dove avevano avuto luogo i disordini. A seguire incontro con l’attore e regista Fabrizio Saccomanno che parlerà A proposito del libro “La guerra del vino”, raccontandone alcune storie. Allestita nelle sale dell’Archivio di Stato, la mostra La guerra del vino rimarrà aperta dal 9 al 20 ottobre, dal lunedì al venerdì con orario 9,30 alle 12,30. La prenotazione è obbligatoria per le visite guidate a gruppi e scolaresche.

1957 – La Guerra del vino : la storia raccontata nella mostra

Quest’anno ricorre il 60° anniversario di questi accadimenti che meritano il recupero della memoria. Nel 1957 dopo l’ingresso italiano nel Mercato Comune Europeo e le insufficienti riforme agrarie nel Sud, le politiche governative furono oggetto non solo di dibattiti parlamentari. Nel settembre di quell’anno migliaia di contadini scesero in piazza nel Leccese e nel Brindisino, dopo che si erano diffuse notizie sull’andamento della vendemmia, dimezzata dai violenti temporali, e sul crollo del prezzo delle uve. L’origine della protesta ebbe luogo a Torchiarolo, dove il 24 agosto cominciarono le manifestazioni di piazza, poi continuate il 6 e il 7 settembre a San Pietro Vernotico e Cellino San Marco, con pesanti interventi delle forze dell’ordine. La forte tensione sociale innescata sfociò il 9 settembre, a San Donaci, in un duro scontro con la Polizia, durante il quale tre giovani vignaioli, tra cui una donna, persero la vita. Un ennesimo eccidio determinato dall’azione repressiva della “Celere”, in base alle direttive emanate dal ministero dell’Interno, guidato in quegli anni prima da Mario Scelba e poi da Ferdinando Tambroni. La morte di quei braccianti aprì un violento scontro in Parlamento: i deputati del collegio di Brindisi, Lecce e Taranto, on. Mario Marino Guadalupi e on. Mario Assennato rivendicarono il diritto dei lavoratori di potersi riunire liberamente senza incorrere nei controlli autoritari da parte della Polizia. Esponenti della CGIL e del Partito comunista, tra cui Giuseppe Di Vittorio e Giorgio Napolitano, si recarono nelle zone interessate per manifestare la solidarietà alle famiglie delle vittime, che invece dichiaravano di essere iscritti alla Democrazia Cristiana. I giornalisti Giorgio Bocca, inviato dell’«Europeo» e Sandro Curzi, direttore di «Nuove Generazioni», settimanale della Fgci, resero una accurata descrizione dei fatti e dei luoghi. Dopo circa quattro anni dagli avvenimenti, sessanta imputati e sei capi d’imputazione, il 30 giugno 1961 arrivò la sentenza del Tribunale di Brindisi, che classificò tutti i reati come reati di «natura politica» e applicò l’amnistia per tutti gli imputati, chiudendo così la guerra del vino.

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