Antonella Vincenti
Nella giornata di oggi una testata giornalistica online ha dato notizia della presentazione della mia personale candidatura a sindaco di San Donaci, al cospetto dei vertici di partito di alcune forze di centrodestra. La notizia mi induce a fare alcune precisazioni in merito ai fatti richiamati. Anzitutto, non si è trattato di una presentazione ma di un tavolo di confronto avviato nella prospettiva di una possibile convergenza sulle linee programmatiche che occorre definire in vista del prossimo voto amministrativo. È il tempo di fare sintesi e assicurare a San Donaci un programma e una candidatura sulle proposte e non sulle divisioni: le forze incontrate, Forza Italia e Noi con l’Italia, hanno mostrato piena disponibilità a riconoscere centralità al Pd nella espressione della candidatura, sulla base di un programma condiviso. Mi preme sottolineare che nelle ultime settimane altri tavoli sono stati creati, in particolare con le forze di centrosinistra, con le quali tuttavia non si è riusciti a trovare la medesima intesa. L’estensore dell’articolo attribuisce inoltre un senso di imbarazzo al Pd, che in molti Comuni persegue un progetto di centrosinistra. Personalmente, stento a ravvisare imbarazzo rispetto a un progetto che, seppur condiviso da forze politiche differenti, sia permeato da una visione comune sui problemi da affrontare e del modello di sviluppo da promuovere. Non deve esserci sorpresa dunque, semmai apprezzamento, nei confronti di chi cerca di superare divisioni preconcette facendo quadrato attorno a una proposta di governo stabile, fondata sul confronto e sull’ascolto. È di appena qualche settimana fa l’appello del governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, inteso al superamento di un rigido e precostituito bipolarismo. Emiliano ha dunque ritenuto auspicabile, rivolgendosi alle segreterie provinciali Pd, l’apertura ad altre componenti della politica pugliese, tra aggregazioni civiche ed altre vicine al centrodestra. Lo spirito dell’appello, che mi sento di condividere appieno, è di superare gli steccati tradizionali della geografia politica per dare vita ad alleanze in grado di garantire progetti di governo realizzabili. In fondo, ritengo che una proposta che integri competenza e coesione sia di gran lunga preferibile agli schemi tradizionali che, in più di qualche caso negli ultimi anni, oltre a produrre conflittualità diffusa, si sono dimostrate non all’altezza di risolvere i problemi che riguardano la vita dei cittadini.
 
Antonella Vincenti
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