Angelo Camassa: “Ritrovare la via della politica”

Da modesto politologo (inteso come passionario della politica) nell’agosto del 2019 fui un sostenitore della nascita di questo Governo. Lo sostenevo poiché ritenevo che sarebbe stato l’inizio di una nuova stagione politica. Purtroppo poi è arrivato marzo 2020 e con essa il più catastrofico dei periodi vissuti dalla stragrande parte di Noi che popoliamo questo pianeta.

Il Governo si è dovuto occupare, anche commettendo errori, di affrontare questa pandemia che come in una “guerra” ha fatto feriti da guarire, morti da onorare e soprattutto doveva fare soldati per combattere. Soldati che con vario grado e compito dovevano combattere, diventando il baluardo non solo sul piano sanitario ma anche economico. Poiché questa guerra, come tutte le guerre non ha solo una complicazione sul piano della salute pubblica, anche sul piano economico.

Ora sul piano sanitario ci sono varie soluzioni (i vaccini) che nei tempi e nei modi più risoluti possibile risolveranno la questione. Resta ill piano economico su cui si gioca la più grande partita politica della storia recente.

In Cina, dove tutto è cominciato l’economia è tornata a gonfie vele (è proprio su questo che si basa qualche teoria complottista) tant’è vero che per consolidare questo status, cambiano il loro approccio al trasparenza internazionale consentendo l’ispezione di un Organismo di controllo sovranazionale.

In Europa la Germania resiste, e si prepara al rilancio individuando un cambio di Personalità politiche che potranno guidare il post pandemia e al contempo anche il post Merkel.

Negli USA seppur ridimensionata economicamente, c’è uno spiraglio di ripresa anche in virtù del cambio di stile politico alla Casa Bianca.

In Italia? Buh! Certamente l’economia italiana già fiaccata dalla crisi ante pandemia, non gode di buona salute. Le prospettive sono legate agli effetti che forse potrebbe dare la spesa di circa 20 miliardi l’anno per i prossimi 10 (recovery found). Certo detta così, con un’innezzione di questo tipo, i problemi economici che poi si riflettono anche sul piano sociali, dovrebbero percorrere una strada sicuramente positiva.

La storia economica mondiale ci insegna però, che la leva finanziaria è solo una condizione di “sine qua non” di partenza per un’economia virtuosa, ovvero che generi benessere sociale diffuso. Vale a dire abbia ricadute su tutti Noi. Un Paese come il nostro che non ha materie prime, intese anche come lavorati e semilavorati, dipende notevolmente da altri Paesi, pertanto c’è da ragionare quanto di quella massa di denaro messa in circolo dal recovery found resterà in Italia. Poiché è cosa dimostrata dai fatti che se costruisci una casa, anche molto bella, spendendo un bel po’ di soldi, però poi non hai chi la utilizza (magari per gli alti costi di gestione) o se la compra (prezzo di vendita troppo alto) resta una bella casa ma inutilizzata o invenduta. Se resta inutilizzata o invenduta, mentre tutti hanno una casa per quanto piccola e modesta, alla fine è un stato un male minore ma se invece la gente è purtroppo costretta a dormire sotto i ponti, allora è stato un disastro.

Ecco perché questo Governo politico nato nell’agosto del 2019 che avrebbe dovuto costruire uno nuovo scenario politico e socioeconomico, ora dovrebbe fare più che mai politica. Ciò significa avere la capacità di mantenere in piedi un quadro politico certo e definito pur in presenza di pulsioni partitiche. Per questo va ricercata e ritrovata un’unità d’intenti costi quel costi. Se questo Governo dovesse invece scegliere la strada non di ricomporre la fattura ma di comporre una maggioranza qualunche sia pur di sopravvivere, farebbe il più grave danno non solo a se stessa ma a tutta la Comunità italiana.

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