“Ancora polemiche: la città e la comunità del porto reagiscano”

carmine dipietrangelo

Da giorni è in atto un dibattito appassionato e di merito sul porto e sul suo futuro. Un dibattito che riconferma l’interesse che in città c’è sulla parte di se che ne è anima e corpo della sua storica esistenza. Un dibattito che richiederebbe assunzioni di responsabilità e rispetto di norme e di funzioni soprattutto da parte di chi ha le competenze. Si sperava che questo dibattito potesse sortire un risultato utile per ricostruire un clima di collaborazione e di cooperazione.

Si assiste invece con grande preoccupazione alla ennesima polemica sorta tra Amministrazione Comunale ed Autorità portuale. Quella di queste ore sul pontile a briccole ci appare inopportuna e figlia di una burocrazia deresponsabilizzata e deresponsabilizzante.

Preoccupa che si alzi un polverone su una questione residuale dal punto di vista autorizzativo in cui ci vorrebbe solo un po’ di buon senso e sana collaborazione tra enti che hanno a cuore le sorti del territorio.

Ci sono in ballo 10 milioni di finanziamenti e si continua a battibeccare come capponi di manzoniana memoria.

Da un lato una amministrazione che non ha bisogno nemmeno di opposizione in consiglio. Se la va a cercare tra imprese, sindacati ed enti. Dall’altra una autorità che evidentemente va alla ricerca di occasioni per alimentare contrapposizioni nella speranza che atti e comportamenti altrui giustifichino la paralisi del porto.

Ci vorrebbe buon senso da parte di tutti invece. I funzionari pubblici e gli amministratori in questa fase hanno la stessa importanza di medici e strutture sanitarie perchè tornare a produrre e ripartire con regole e comportamenti responsabili è importante quanto lo è stato difendersi dalla pandemia.

Ogni sforzo deve essere improntato alla messa in sicurezza del lavoro e del porto che c’è e alla ricerca di quello che è necessario per il futuro.

I giorni cominciano ad essere contati. Non si possono perdere ne’ finanziamenti e ne’ tantomeno privare il porto di infrastrutture necessarie alla sua sicurezza e alla sua storica polifunzionalita’.

Rivolgiamo un appello per il bene della città a fermarsi in questo stillicidio ed a riprendere il dialogo non solo tra i vertici amministrativi ma anche tra tecnici e funzionari.

Un dialogo costruttivo comeavviene in tante altre realtà dove i vari enti hanno una unica tensione rivolta al risultato per la collettività ed i politici premono per questo.

A Taranto o Bari fanno così…..

Left Brindisi

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2 COMMENTI

  1. Per quanto a mia conoscenza, un tempo si faceva così. Ricordo il contrasto tra l’ufficio tecnico dell’Azienda Sanitaria e gli uffici tecnici del Comune in occasione dell’apertura dell’ospedale Perrino e come io insieme al collega dirigente dell’urbanistica ci raccordammo con il dirigente tecnico dell’ASL e trovammo le soluzioni per avviare all’esercizio l’ Ospedale Perrino nell’interesse superiore della città. Rammento il discorso di Menenio Agrippa ai romani, quando spiegò l’ordinamento sociale romano metaforicamente, paragonandolo ad un corpo umano nel quale, come in tutti gli insiemi costituiti da parti connesse tra loro, gli organi sopravvivono solo se collaborano e, diversamente, periscono; conseguentemente, se le braccia (il popolo) si rifiutassero di lavorare, lo stomaco (il senato) non riceverebbe cibo ma, in tal caso, ben presto tutto il corpo, braccia comprese, deperirebbe per mancanza di nutrimento.
    Una polemica fra Enti responsabili di un territorio non produce né utile né visibilità e onore a nessuno dei due Enti, ma solo danno al territorio, aggrapparsi al burocratese non è indice di maggiore saggezza degli uni rispetto agli altri ma solo di incapacità amministrativa. Ci sono momenti in cui i dirigenti tecnici devono sedersi ad un tavolo comune e trovare le giuste soluzioni assumendosi responsabilità nel superiore interesse di amministrare come “buoni padri di famiglia” e non come burocrati che esercitano le loro mansioni con formalismo eccessivo e gretto.

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