Anche a Brindisi cadono i muri. Adesso bisogna abbatterne altri, quelli più importanti

BRINDISI – Di muri ne stanno cadendo tanti in questi giorni a Cala Materdomini, abbattuti dalla ditta Carparelli Costruzioni che, nel giro di 5 giorni, ha buttato giù gran parte dei fatiscenti manufatti che per decenni hanno sfregiato la “spiaggia urbana” dei brindisini, ovvero quella che, dopo la scomparsa del mitico lido di Sant’Apollinare, è divenuta la più vicina all’agglomerato urbano.

Recandosi sul luogo dei lavori, l’impatto è forte: più che quello visivo prevale quello emozionale, simbolico, perché presto il mare che bagna la piccola baia si vedrà da ogni punto, ed il cemento lascerà il posto al verde, alle passerelle in legno, ai punti di ristoro ed alla piattaforma per i tuffi.

I muri, quando vi è la volontà, cadono anche a Brindisi, ed in futuro dovranno necessariamente continuarne a cadere, soprattutto quelli che negano il mare ai cittadini. Dovrà cadere ad esempio il muro che separa il piazzale del Monumento al Marinaio dal Canale Pigonati: parliamo dell’area soprannominata “Deposito catene”, rientrante adesso nella titolarità del Comune e per la quale si dovrà pensare al miglior utilizzo, magari attraverso un concorso di idee. E proprio tale strumento sarà adottato per recuperare l’Area Ex Pol, la cui titolarità è dell’Autorità Portuale ma la cui fruibilità sarà concordata con il Comune.

E poi dovrà cadere la Porta Thaon de Revel: sarà difficile possa accadere nell’immediato, ma la Marina Militare, prima o poi, dovrà capire che quel tratto di città, con tutte le comprensibili esigenze in termini di sicurezza, andrà restituito – assieme al Castello Svevo – ai brindisini ed ai turisti, perché Brindisi non può permettersi il lusso di continuare a tenere nascosti i suoi tesori più preziosi.

Andrea Pezzuto

 

 

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