AMMINISTRATIVE BRINDISI: “PER UN RISCATTO ECONOMICO E SOCIALE A LUNGO ATTESO”

Manca un solo mese alle elezioni amministrative del 14-15 maggio p.v., un appuntamento in vista del quale le forze politiche di Brindisi, ridottesi pressoché ai tempi supplementari per confluire sui nomi dei candidati a sindaco, sono moralmente obbligate  a parlare e, magari, a confrontarsi finalmente sui problemi dei concittadini e, più, in generale, del territorio.

I prossimi cinque anni saranno, infatti, tra i più delicati e decisivi per il futuro di questa comunità e, pertanto, chi si candida a governarla deve esporre idee, programmi e progetti per azioni concrete e realizzabili, così che essi divengano centrali oggi nel confronto politico e si confermino, a seguire, elementi prioritari quanto esigibili per le presenti e le future generazioni.

Chi prevale, dunque, dovrà guidare Brindisi con il metro del bene comune e non dell’appartenenza a questo o quello schieramento e sarà chiamato a ricostituire in forma esigente le buone pratiche dell’unità d’intenti e del gioco di squadra, anche tra schieramenti diversi, specie quando si tratterà di decidere il destino produttivo, economico e sociale del territorio.

Territorio che deve rivelarsi ancor di più attrattore di investimenti, sapendo coniugare i ruoli istituzionali con quelli dei portatori di interessi sociali e, insieme, con il mondo della formazione, della scuola, dell’Università, non escluso il mondo ecclesiale attento ai problemi diffusi della comunità.

Temi inediti, infatti, stanno già mettendo in gioco i destini di imprese e di lavori, come i processi di de-carbonizzazione cui occorre dar seguito avviando anche i cantieri oltre ad illustrare investimenti e progetti per troppo tempo soggiaciuti a pastoie burocratiche ed a scontri istituzionali ed amministrativi.

Analogo percorso esigente ed esigibile dovrà riguardare la messa a terra del PNRR.

I processi produttivi di Brindisi che spaziano dall’energia alla chimica alla farmaceutica, dall’automotive all’aereonautico all’agroalimentare, dall’economia del mare al settore dei servizi e dell’horeca senza tacere sulle grandi opportunità  offerte da porto, retroporto e ZES, nulla hanno da invidiare ad altri sistemi territoriali.

Importanti player agiscono già sul territorio, come Eni, Enel, Jindal Films, LyondellBasell, A2A, Leonardo e sono in programma nuovi investimenti di Edison, ACT Blade, Renantis e BlueFloat Energy.

Potremmo continuare e proprio per questo abbiamo sempre evidenziato come un tessuto con tante opportunità non dovrebbe registrare crisi aziendali e/o vertenze che si trascinano da anni, come quella del Gruppo DEMA, parte di un settore di eccellenza, l’Aeronautico, strategico per il Paese.

A riprova di ciò, si è purtroppo concretizzato quanto si temeva per i 70 lavoratori della DCM che hanno ricevuto la lettera di licenziamento, a far data dal 26 aprile prossimo, in quanto la loro conferma era legata all’eventuale ripresa della DAR  purtroppo non concretizzatasi giacché continua a vivere uno stato di crisi.

Sul versante delle problematicità territoriali compare il sistema del welfare ed il fenomeno dell’emorragia di giovani e donne che scappano via per studio o per lavoro.

E se tali processi si abbinano alla bassa natalità, ovvero all’emergenza demografica, diviene ancor più paradossale che non si corra ai ripari approfittando delle risorse finanziarie  che l’Europa ha messo a disposizione con il Next GenEu, con l’obiettivo di costruire un sistema paese più inclusivo e coeso tra territori e soprattutto tra persone a qualsiasi ceto esse  appartengano o in qualsiasi parte esse risiedano.

Vanno, al contempo, assicurati servizi sociali appropriati, politiche abitative, asili nido, scuole a tempo pieno, formazione professionale per nuove competenze, sanità che garantisca la cura tanto ai giovani quanto ai meno giovani, azzerando la mobilità sanitaria passiva ed investendo sulla medicina territoriale, per liberare gli ospedali da volumi di cure da trasferire presso le abitazioni dei degenti.

E non sono da trascurare, neppure, le risorse dei Fondi di coesione per la promozione dello sviluppo sostenibile e la riduzione delle disparità economiche e sociali per garantire l’uguaglianza dei cittadini (Art 3 della Costituzione), prima ancora di puntare sul merito, giacché senza la prima il secondo è già un’utopia.

La grande transizione epocale in itinere, ambientale, energetica, tecnologica, lascerebbe per strada nuove criticità e disparità sociali, se non si riservasse una straordinaria attenzione alla transizione sociale che includa tutti.

Ma le transizioni si realizzano principalmente sul territorio.

Da qui il nostro auspicio, che i prossimi amministratori di Brindisi prendano a cuore tali principi per il bene della comunità nella sua interezza, così da porre le basi di un riscatto economico e sociale a lungo atteso e che oggi appare, finalmente, possibile.

                                                                                               Gianfranco Solazzo

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